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I ristoratori lanciano il grido d'allarme: "Zona rossa a Pasqua, siamo al tracollo"

Abbiamo raccolto le lamentale di alcuni imprenditori del food, sia in centro a Pescara sia in altre zone. Un po' tutti criticano la gestione della crisi e i mancati incassi nell'ennesimo periodo di festa barricati in casa. Ma c'è anche chi cerca di vedere il bicchiere mezzo pieno

Tra le categorie più penalizzate dalla crisi pandemica e dalle conseguenti restrizioni, ci sono senz'altro i ristoratori. Già in altre occasioni si era scritto della loro situazione, soprattutto nella fase iniziale delle varie chiusure e poi nel periodo natalizio. Ora però altri mesi sono passati e la Pasqua è alle porte, cioè un altro degli appuntamenti fondamentali a livello religioso ma anche... mangereccio e quindi economico. Mancati incassi, e non solo. I ristoratori pescaresi che abbiamo interpellato lamentano anche ristori risibili, casse integrazioni al minimo e con tempi incerti, mentre gli affitti sono sempre gli stessi e le tasse arrivano con puntualità svizzera.

Tanti dichiarano di essere al collasso, ma c'è anche qualcuno che riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno. Partiamo da lui, da un ristoratore di arrosticini che grazie al take-away ha completamente reinventato la propria attività, creando una nuova clientela. Mirko Frattarelli di “Arrosticini e Vini”, che propone asporto e consegna a domicilio con gestione familiare: “Partendo dal presupposto che molti di noi vivono una situazione drammatica, nello specifico la mia attività ha trovato soluzioni alternative con le piattaforme di delivery e le consegne a domicilio. Da una piattaforma di delivery, siamo passati a tre e quando possibile ci muoviamo anche noi in prima persona. Un calo ovviamente c'è, a maggior ragione in questo periodo festivo. Quest'anno saremo aperti a Pasqua sera e a Pasquetta pranzo e cena, Mi sento di dire che in una fase di grande crisi spesso si creano nuove idee e così speriamo di limitare le perdite, sempre mantenendo alta la qualità che ci viene riconosciuta”.

I ristoratori lanciano un grido d'allarme per Pasqua

I dolori peggiori arrivano quando ascoltiamo le grida di aiuto di ristoratori strutturati in maniera diversa, con più dipendenti a carico e magari locali molto grandi da mantenere. “Panta Rei” non è solo un aforisma greco che significa “tutto passa”, ma in questo caso è un ristorante di pesce sul lungomare di Pescara. Vincenzo Petrucci, tutto passa? “Speriamo che possa passare presto, ma in questo momento sembra tutto nero. Consideriamo che con l'arrivo della Pasqua e più in generale delle belle giornate di sole, qui solitamente c'è sempre stata tanta clientela e ci sarebbe stata anche quest'anno. I mancati incassi sono enormi, la categoria è vicina al tracollo. Ora il mio ristorante è chiuso e i dipendenti sono in cassa integrazione, ma la struttura sta funzionando ugualmente solo come bar per limitare i danni, visto che oggi lavoriamo al venti per cento. Siamo rimasti solo io e mio fratello Antonio, anche se siamo sempre in contatto con i nostri dipendenti che sono in grandi difficoltà a causa della incertezza della cassa integrazione. Nel contempo, bollette e tasse arrivano sempre e per quanto riguarda i ristori ho ricevuto solo 1200 euro dell'anno scorso, mentre ho appena dovuto pagare 950 euro di Enel per il mese di febbraio, così per fare un esempio e due conti...”.

In centro a Pescara gli affitti dei locali sono enormi, è perciò molto preoccupato Antonio Florindi di “Lamajè”, che per la tipologia del suo ristorante non può nemmeno ipotizzare le consegne a domicilio e comunque deve fare i conti con i costi di chef e personale: “Per Pasqua non ci aspettiamo grandi richieste per gli asporti, ma noi ci saremo. In genere in questa ricorrenza le famiglie amano uscire e andare al ristorante per mangiare in serenità e seduti. Vedremo, ma così è difficile perché io pago un affitto importante e spesso ci dobbiamo appellare alla benevolenza dei proprietari che magari ci aspettano. Io di questo lavoro ci vivo, non è un di più. Ecco perché molti decidono di tenere la serranda completamente abbassata, perché così almeno si limitano i danni. Siamo arrivati al punto di non fare un passo in più, per paura di fare ulteriori guai”.

Ristorante e pizza rinomata da “Antica Panetteria Alessandra”, che sta cercando di tenersi a galla appunto con l'attività di panetteria e una sola volta a settimana, il sabato, consegna a domicilio. Emiliano Ferraro: “Non entro nel merito nella gestione di questa crisi a livello di ristorazione e nemmeno nella situazione della cassa integrazione, ma credo si possa intuire. La tassazione ci sta distruggendo, qui ad esempio abbiamo pagato 2500 euro di Tari come se avessimo lavorato a pieno! Come ci stiamo sostenendo? Soprattutto con la panetteria e i caffè da asporto, ma è poca roba. La Pasqua è l'ennesima beffa di una annata terribile, io mi auguro che da qui a un mese almeno ci restituiscano la possibilità di lavorare dignitosamente, in sicurezza ovviamente, perché non bisogna dimenticare l'emergenza sanitaria in corso”.

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