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Economia

Green Pass e nuove regole, le associazioni di categoria dopo il primo giorno: "Un caos!"

Confesercenti e Confcommercio bocciano la misura, la presidente Dolci: "Clienti temono 'furto' dei dati sensibili"

Confusione”. È una voce unanime quella di Gianni Taucci, direttore Confesercenti Pescara, Marina Dolci, presidente provinciale Confesercenti e Riccardo Padovano, presidente Confcommercio Pescara e componente del direttivo nazionale Fipe, al termine del primo giorno con le nuove regole del super Green Pass.

Tre racconti diversi, con punti in comune e, soprattutto, un bilancio identico: va tutto rivisto perché così a rimetterci saranno, ancora una volta, le piccole e medie imprese.

Quello che non ti aspetti a Il Pescara lo racconta Marina Dolci: le persone non vogliono mostrare il green pass. “Hanno difficoltà a farcelo vedere – racconta - e parlo di chi ce l'ha. Temono di darci accesso a dati sensibili, anche se non è così. Le persone si lamentano, chi è in coppia chiede che se ne guardi soltanto uno. Un ragazza mi ha detto: 'non me lo faccia prendere'; a quel punto ho avuto il dubbio che lo avesse”. Al se questa situazione fa sentire i titolari di attività un po' 'sceriffi' la Dolci annuisce. “Non è il nostro ruolo. Ci toglie tempo alla vendita e al servizio al cliente seppur i controlli siano a campione. Ora arriva il weekend. Penso a quelle attività dove c'è solo il titolare o una sola commessa. Con più persone in ingresso il disagio sarà inevitabile”. Un vero e proprio “fastidio” quello mostrato dai clienti, ribadisce, che si traduce in un altro grande problema: “le persone sceglieranno sempre più l'online che ormai è in grado di fornire tutto”. L'appello è quindi ai cittadini perché capiscano che nessun dato sensibile può essere visto o registrato e che possono tornare a fare una vita sociale pressoché normale. L'auspicio, invece, quello che il Governo riveda delle regole che, conclude Dolci, “creano problemi”.

E che si esca presto dall'emergenza se lo augura anche Taucci per il quale “questo susseguirsi di regole crea confusione, ma soprattutto è un susseguirsi di rinunce che portano a fatturati più bassi e alla difficoltà di approvvigionarsi per le attività”. Per lui se il primo lockdown ha portato dei danni solo in minima parte tamponati con i ristori “comunque non sufficienti”, quella che si vive oggi “è una condizione peggiore. C'è il timore della frequentazione, la difficoltà di entrare ovunque. Se l'anno scorso qualcuno è riuscito a cavarsela con le sue risorse quest'anno non le ha”. E la ristorazione, in questo senso, se la passa davvero male. “Sebbene non ci sia un lockdown, il settore è fermo da dicembre”. Se l'uso del super Green Pass nelle attività è una cosa che “va ad impattare più sulle persone che le aziende che comunque, perdendo i non vaccinati, perdono un'altra fetta di acquirenti”, prosegue Taucci, resta un problema enorme da risolvere: quello della tassazione. I problemi sono già tanti, ma con la situazione attuale, come ha sottolineato anche Dolci, la questione vendite online rischia di colpire duramente, ancora una volta, il commercio classico. “Dall'Unione Europa ci aspettiamo una presa di posizione sulla tassazione online che va equiparata o è concorrenza sleale. Sta poi al Governo decidere se abbassare quelle dei commercianti o alzare quelle delle aziende online. Certo è che così non si può andare avanti”.

Padovano ci risponde da Roma dove oggi si è recato per una riunione urgente convocata dalla Fipe, spiega. La storia del super green pass, ci dice, “ha messo in crisi tutto il settore della montagna”. Grave, per lui, il fatto che non vi sia un unico Green Pass europeo e i problemi si sono già fatti vedere. “Gli stranieri arrivano e il loro green pass non vale. Questo strumento sta diventando un ossessione. Orami abbiamo il 96% delle persone vaccinate, le soluzioni devono essere altre”. Da presidente Confcommercio sottolinea come l'entrata in vigore delle nuove regole vada ad impattare soprattutto sulle piccole imprese del settore merceologico, ma “chissà perché – aggiunge – non è un problema per la grande distribuzione”. L'occasione per lui anche per riferite i temi trattati a Roma a cominciare da quelli della ristorazione e il caro bollette. “Abbiamo chiesto una moratoria sugli aspetti fiscali e bancari. Forse dimentichiamo che da oggi sono ripartiti i mutui. Il signor Draghi – conclude – se lo pone questo problema? Va tutto rivisto”.

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