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Acqua, la dispersione della rete idrica in Abruzzo è passata dal 33% al 55% in 30 anni

Il dato emerge, come riferisce Ansa Abruzzo, da un'indagine di Confartigianato Abruzzo

La rete idrica in Abruzzo continua a "fare acqua" da tutte le parti e ha il primato di maglia nera d'Italia.
In base a un'indagine recente di Confartigianato Abruzzo infatti la dispersione dell'acqua dalla rete idrica nella nostra regione è passata negli ultimi trenta anni dal 33,8%, certificato dall'Istat nel 1990, al 55,6% del 2018.

Una situazione di difficoltà nonostante i tentativi di migliorare la rete e di provvedere, anche con riforme a livello regionale, ad affrontare un problema che è tra le cause principali della carenza idrica che si sta vivendo ormai dall'inizio della scorsa estate.

Già nel 1990, secondo dati Istat, come riferisce Ansa, l'Abruzzo, con il 33,8%, si collocava tra le regioni italiane a più alta dispersione idrica, a fronte di una media nazionale del 27,1%. Nel 2002 l'assessore regionale ai lavori Pubblici, Giorgio De Matteis, denunciava la dispersione di oltre il 50% delle risorse idriche a causa di omissioni in tema di manutenzione. «Si è determinato uno stato di vetustà e di inefficienza», aveva dichiarato all'epoca, «che determina dispersioni altissime che superano il 50% del volume distribuito. Tutto ciò mentre siamo costretti ad acquistare acqua da fuori regione». Nel 2007 l'assessore regionale al Ciclo idrico integrato, Mahmoud Srour, sosteneva che «enti e cittadini» dovessero «fare ognuno la sua parte per evitare gli sprechi».
«Siamo una regione ricca d'acqua», diceva in quel periodo, «con otto metri cubi al secondo di acqua potabile, un dato elevatissimo. Eppure qualcosa non ha funzionato: tra le perdite nella rete e quelle cosiddette 'amministrative', la dispersione idrica regionale è del 58%».

Poi arrivando al 2012 in base ai dati dell'Istat l'Abruzzo era la sesta regione d'Italia per dispersione idrica: il 42,3% dell'acqua immessa in rete non era arrivata ai rubinetti. Nel 2014, l'Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, rilevava che il 53% dell'acqua immessa nella rete idrica abruzzese andava disperso. L'ultima rilevazione, relativa al 2018 in base a uno studio di Confartigianato, pone l'Abruzzo come maglia nera d'Italia con la dispersione idrica arrivata al 55,6% rispetto al 42% di media nazionale, con tre province su quattro tra le peggiori in Italia: Chieti, L'Aquila e Pescara, rispettivamente al terzo, quarto e decimo posto della classifica nazionale.

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