Nei primi tre mesi del 2020 sparite 804 imprese in Abruzzo, ma Pescara è la città che regge meglio
Il bilancio fra le imprese nate e quelle chiuse porta un saldo negativo superiore alla media nazionale. Regge solo Pescara
In Abruzzo sono calate di 804 unità le imprese nel primo trimestre del 2020 ma Pescara è la città che regge meglio l'impatto della crisi. Sono stati infatti diffusi i dati relativi al saldo fra le nuove attività registrate e quelle chiuse, con una percentuale superiore alla media nazionale. In Italia, nello stesso periodo sono oltre 30 mila le cessazioni a fronte delle 21 mila dello stesso trimestre del 2019.
SINDACATI ED IMPRESE, LE PROPOSTE PER MARSILIO
Si tratta del saldo peggiore degli ultimi sette anni, che risente parzialmente anche delle prime conseguenze dell'emergenza Covid19 con il lockdown imposto dal 10 marzo in tutta Italia. Lo studio è stato condotto da Unioncamere e Infocamere ed analizzando i dati fra le 4 città abruzzesi, Pescara è quella che regge meglio la crisi con un tasso di crescita dello 0,34% a fronte del dato regionale che è pari allo 0,64%. Sono soprattutto le ditte individuali a chiudere i battenti.
Il presidente della camera di commercio di Chieti e Pescara Strever ha parlato di un dato sicuramente negativo, da cui ripartire per riuscire a far decollare la ripresa. Il prossimo 23 aprile si riunirà la giunta e predisporrà un piano per sostenere le piccole e medie imprese con liquidità immediata, sviluppo della digitalizzazione ed interventi per favorire la ripresa postemergenziale legata al Coronavirus.