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Troppi i danni causati dai cinghiali, la Confederazione agricoltori chiede interventi o sarà mobilitazione

Alla luce dei numeri che collocano l'Abruzzo tra le peggiori regioni italiane per entità di danni nonostante l'aumento degli abbattimenti, la sezione regionale della Cia chiede subito un cambio di passo o sarà protesta

I dati diffusi nei giorni scorsi sui danni causati all'agricoltura dai cinghiali preoccupa la sezione abruzzese della Cia (Confederazione italiana agricoltori) che chiede modifiche ai regolamenti e le leggi regionali o scenderà in piazza.

La regione è “maglia nera” in Italia con, nel periodo 2015-2021, danni fino a 18milioni di euro registati nonostante l'aumento degli abbattimenti: 300mila l'anno.

I numeri sono stati ribaditi nel corso del convegno “Fauna selvatica e territori: conoscere per gestire”, organizzato dalla Confagricoltura in collaborazione con l’Ente produttori di selvaggina (Eps) e a commentarli oggi è il presidente della Cia Abruzzo Nicola Sichetti.

“Serve una urgente strategia di intervento su scala nazionale – afferma -. Abbiamo più volte sollecitato la Regione per risolvere il problema dei danni senza alcuna risposta. Siamo fortemente preoccupati: nel 2022 con la siccità la situazione è precipitata e molte aziende sono al collasso. Come Confederazione non possiamo assistere inermi ad una tale emergenza e per questo i nostri uffici hanno analizzato attentamente tutti i documenti inerenti la gestione dei cinghiali per comprendere quali siano le criticità che hanno portato a questo stato di fatto”.

La Cia sottolinea come il nuovo Piano faunistico venatorio regionale approvato nel 2020, dopo 25 anni, individua con esattezza le aree dove la presenza del cinghiale non è compatibile con le attività umane e su queste in particolare vanno presi dei provvedimenti urgenti. In provincia di Chieti, ad esempio, nel 2021, i danni arrecati alle colture agricole dal cinghiale ammontavano a un milione 252 mila 240 euro, nel 2014 prima dell’entrata in vigore del regolamento regionale sugli ungulati i danni ammontavano a 400 mila euro (dati piano di controllo della regione Abruzzo).

“È chiaro che qualcosa non funziona – conclude Sichetti -.. La Cia Abruzzo ha già individuato le principali criticità e se non si provvede nell’immediato ad una modifica delle leggi e regolamenti regionali che regolano l’attività venatoria e il risarcimento dei danni, non escludiamo manifestazioni di piazza chiamando a raccolta tutto il mondo agricolo”.

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