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La denuncia di Confartigianato Abruzzo sul Decreto Ristori: "Esclusioni ingiuste, a rischio migliaia di aziende e posti di lavoro"

A parlare è Giancarlo Di Blasio, presidente regionale dell'associazione di categoria

Confartigianato Abruzzo critica le esclusioni ritenute «ingiuste» di alcune categorie dal Decreto Ristori e denuncia come siano a rischio migliaia di aziende e posti di lavoro.
A parlare è Giancarlo Di Blasio, presidente regionale dell'associazione di categoria.

«Siamo molto preoccupati per l’ingiusta esclusione, dal cosiddetto decreto Ristori, di diverse categorie produttive», dice Di Blasio, «chiediamo al Governo di estendere il provvedimento anche ad altre tipologie di imprese, al fine di evitare che nel territorio abruzzese numerosi commercianti, artigiani e piccoli imprenditori finiscano sul lastrico e si cancellino migliaia di posti di lavoro».

Questo quanto aggiunge Di Blasio: «Uno degli aspetti più critici del decreto è rappresentato dall’allegato 1, con il ritorno dei codici Ateco, che già attaccammo durante il primo lockdown alla luce delle gravi discriminazioni innescate. Tra gli esclusi dall’accesso ai fondi troviamo infatti tutte le imprese che svolgono l’attività senza somministrazione, in pratica tutto l’artigianato della ristorazione, dalle pizzerie a taglio alle gastronomie, passando per rosticcerie e piadinerie, non ammesse ai contributi nonostante i vistosi e prolungati cali di fatturato».

Il numero 1 di Confartigianato Abruzzo sottolinea che «inoltre, molti settori, subiranno l’effetto collaterale delle chiusure serali, a partire da quella rilevante filiera della produzione alimentare artigiana, costituita da panifici, pastifici, caseifici, salumifici, birrifici, aziende conserviere e di trasformazione dei prodotti orticoli, che rischiano di dimezzare i propri fatturati». Di Blasio poi ricorda che a essere duramente colpite sono anche «le aziende del trasporto merci, le lavanderie, le imprese di pulizie e tutte quelle attività legate al mondo delle cerimonie, a partire da fotografi, sarti, video maker e altre figure».

Confartigianato Abruzzo ritiene che «l’importo di 5,4 miliardi di euro appare del tutto insufficiente e inadeguato rispetto alle effettive necessità del sistema produttivo, anche alla luce degli ulteriori effetti negativi, per l’economia e per le imprese, che la nuova stretta del Governo innescherà nelle prossime ore». La salute viene prima di ogni altra cosa,tuttavia non è possibile accettare passivamente le chiusure laddove è garantita un’applicazione scrupolosa delle misure imposte dai protocolli di sicurezza e dove il rischio Covid risulta essere sotto controllo».

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