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Concessioni balneari, la Cna ribadisce ai parlamentari abruzzesi "l'inutilità" di metterle a bando: "C'è posto per tutti"

La confederazione ha manifestato ai rappresentanti nazionali del territorio i timori ribadendo la richiesta di proroga al fine di procedere con la mappatura che dimostrerebbe che per le nuove assegnazioni non c'è bisogno di intervenire su quelle già in essere

Tutti d'accordo sul fatto che una mappatura andrebbe fatta, ma sul ruolo della politica nella gestione della questione “concessioni balneari” le opinioni divergono. Questo quanto emerso nel corso dell'assemblea convocata dall Cna (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e nedia impresa) cui ha preso parte il responsabile nazionale Cristiano Tomei che già nelle settimane scorse aveva spiegato a IlPescara il perché della richiesta di proroga della scadenza avanzata al governo e che è tornato a ribadire il perché dell'inutilità, sostiene la confederazione, del mettere a bando le concessioni esistenti: se ne possono dare di nuove.

“Una volta fatta – dichiara infatti Tomei - si dimostrerà all'unione europea l'inesistenza di quel presupposto su cui si fonda l'idea di procedere su una strada sbagliata: non è vero che gli attuali concessionari fanno da blocco a possibili nuovi ingressi, è vero invece che in Italia c'è spazio per tutti”. È la linea Maginot tracciata dai gestori degli stabilimenti balneari - 30mila in Italia, circa 700 in Abruzzo - per rispondere a quella corsa contro il tempo che la scadenza del 31 dicembre prossimo ha fissato sul loro capo come una spada di Damocle, in ossequio all'applicazione della cosiddetta direttiva Bolkestein' che vuole le attuali concessioni cessare per essere poi messe a gara quanto prima. Uno scenario cui il mondo che rappresenta gli attuali concessionari si oppone, in nome del mantenimento di una peculiarità italiana che ha fatto del nostro sistema di stabilimenti un caso unico nel panorama europeo”.

All'incontro hanno partecipato quattro parlamentari abruzzesi e cioè Guerino Testa (FdI), Luciano D'Alfonso (Pd), Giulio Sottanelli (Azione) e Gabriella Di Girolamo (Movimento 5 stelle). Una presenza la loro richiesta proprio, spiega la Cna, per capire quanto il termometro della politica sia sintonizzato con le loro richieste.

“Con la mappatura delle coste – ribadisce il presidente regionale della Cna Abruzzo Savino Saraceni - si dimostrerà che le nostre coste hanno disponibilità ampissima per accogliere nuove richieste, senza espropriare imprese familiari che operano da anni del loro lavoro: imprese che hanno dato al nostro turismo balneare un profilo unico nel panorama internazionale”.

Diverso l'approccio espresso dai parlamentari presenti, sostanzialmente d'accordo però con la richiesta di mappatura del nostro sistema costiero. Se per D'Alfonso “i bandi futuri dovranno fotografare una realtà necessaria alle future gare di cui si dovrà capire se saranno nazionali, regionali o territoriali”, per Testa “occorre una verifica oggettiva del nostro sistema che non può essere appannaggio di pochi gruppi ambientalisti e che deve tutelare gli investimenti di chi opera da anni”. Prioritario per Sottanelli invece “tutelare gli sforzi e i sacrifici prodotti dagli attuali gestori come base delle future gare”. Unica voce polemica quella della Di Girolamo: “troppa speculazione politica sul tema – ha detto - , anche nella recente campagna elettorale, per accaparrarsi il consenso degli operatori: occorre serietà per evitare approcci negativi che possano ipotecare il futuro”.

All'incontro ha partecipato collegandosi in videoconferenza da Firenze l'avvocato Ettore Nesi.

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