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Economia

Per le imprese artigiane abruzzesi una crisi senza fine, Cna: nel 2022 crollo manifatturiero, trasporti e ristorazione

Unica eccezione secondo lo studio condotto dall'economista Aldo Ronci, quella delle costruzioni a fronte di un quadro più che preoccupante: Pescara 94esma su 105 province per il numero di nuove iscrizioni

Continua il trend negativo per le imprese artigiane abruzzesi che si conferma tra le “Cenerentola” d'Italia davanti solo a Marche e Molise dove le cose vanno anche peggio. Unica eccezione quella delle costruzioni, ma per manifatturiero e trasporti le cose vanno male. Malissimo la ristorazione che si piazza in fondo alla classifica.

A scattare la fotografia della crisi del settore che sembra ben lontana dall'essere superata, ma che al contrario sembra aggravarsi sempre di più, è lo studio elaborato su dati Movimprese dall'economista Aldo Ronci per la Cna Abruzzo relativo al 2022.

“Le imprese artigiane abruzzesi, con la flessione di 138 unità e un decremento percentuale dello 0,48 per cento - spiega – viaggiano in controtendenza con la crescita italiana, che è stata dello 0,61 per cento. Numeri che valgono il terz’ultimo posto della graduatoria nazionale, avanti solo a Marche e Molise, le sole ad aver fatto peggio di noi”.

Lo scorso anno le iscrizioni delle imprese artigiane sono state 1.491, con 1.629 cessazioni, per un decremento di 138 unità. Il che porta il totale delle imprese attive a quota 28.016. Dal punto di vista territoriale, le variazioni si presentano fortemente disomogenee: perché Chieti, Pescara e Teramo decrescono rispettivamente di 63, 51 e 36 unità, mentre L’Aquila è la sola con il segno positivo, anche se per appena 12 unità. Performance negative che, sul piano percentuale, valgono a Pescara e Chieti le posizioni di coda nella classifica italiana delle province, rispettivamente con il 94esimo e il 95esimo posto su un totale di 105.

Guardando ai settori, come detto, l'unico incremento riguarda le costruzioni: il 2022 ne fa segnare 80 in più, ben 42 delle quali però si concentrano nella sola provincia aquilana. Il buon risultato di crescita del comparto (+0.80 per cento) è però è di gran lunga inferiore alla media Italia, che viaggia a ritmo del +2,22 per cento. Per il resto, a farla da padrone è il segno 'meno': così per l’industria manifatturiera (‐118), così per i trasporti (‐41), così soprattutto per la ristorazione (‐37), che esce letteralmente con le ossa rotte dai confronti: la sua caduta (‐3,70 per cento) è stata infatti pari al triplo di quella italiana (‐1,41 per cento). Quasi a suggellare un menù decisamente misero.

“A fronte di questo dato così negativo sull’andamento del 2022 – dichiara il direttore regionale della Cna Abruzzo Graziano Di Costanzo – vedremo ora l’impatto che avrà la misura di 12 milioni di euro messa a disposizione a fine anno dalla Regione a favore del comparto. Noi ci auguriamo sia positivo, ma certo è che i fondi dovranno essere erogati il più presto possibile a un settore in così grave situazione. Ci auguriamo poi che la Regione decida quanto prima di dare attuazione alla legge sul credito varata a maggio 2021, che dispone di una dotazione di altri dieci milioni a disposizione delle micro-imprese”.

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