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Economia

Cia e Coldiretti preoccupate per il caro gasolio: "Situazione al collasso, inevitabile un aumento dei prezzi di frutta e verdura"

Abbiamo contattato il presidente della Cia Chieti Pescara Domenico Bomba e il direttore della Coldiretti Abruzzo Roberto Rampazzo in merito all'aumento dei prezzi del gasolio e le conseguenze sull'intera filiera del mercato ortofrutticolo

Il mondo agricolo è molto preoccupato per le conseguenze dell'aumento del costo del gasolio che, inevitabilmente, è destinato a portare ad un ulteriore aumento di frutta e verdura, creando ulteriori problemi alla filiera agroalimentare abruzzese che già è in forte sofferenza. A dirlo i vertici abruzzesi e provinciali di Coldiretti e della Cia in merito all'eliminazione dello sconto sulle accise dei carburanti da parte del governo Meloni, che ha portato nelle ultime settimane ad un aumento fino a 20 centesimi al litro del costo dei carburanti.

Per questo, abbiamo contattato il direttore regionale di Coldiretti Abruzzo Roberto Rampazzo e il presidente della Cia Chieti - Pescara Domenico Bomba, per sentire il loro parere e capire quali conseguenze avrà sui prezzi al dettaglio l'aumento del costo per il gasolio.

Coldiretti sull'aumento del gasolio

Rampazzo ha spiegato che questi aumenti avranno un impatto complessivo non solo su tutta la filiera ortofrutticola, ma anche sul mercato dei vini e dell'allevamento:

"Gli imprenditori che operano in questi settori sono in forte difficoltà, ma gli effetti potranno ancora essere più pesanti a partire dalla primavera. Nei mesi invernali, infatti, l'attività agricola è rallentata e nonostante questo comunque l'aumento del gasolio ha già conseguenze ed un impatto diretto sui costi di produzione. Se per la primavera non ci saranno interventi e sostegni da parte delle istituzioni, si avranno aumento fino a un terzo dei costi primari che poi, purtroppo, dovranno essere scaricati sui consumatori e sul prodotto finale in vendita. A quanto pare, il Governo non sembra intenzionato ad intervenire direttamente e dunque il problema rischia di diventare serio".

Il direttore Rampazzo poi punta il dito anche su un'altra questione, quella delle infrastrutture stradali che in Abruzzo e in Italia sono carenti e non adeguate:

"Fra l'altro si tratta di aumenti che non sono giustificati nemmeno da interventi importanti sulla viabilità. Basti pensare che in Italia il costo per il trasporto su strada dei prodotti agli imprenditori agricoli è di 1,12 eur per chilometro, mentre in Francia è di 1,08 e in Germania di 1,04. La nostra rete stradale lascia molto a desiderare ed in questo senso servono investimenti importanti con il Pnrr. Abbiamo di fatto aumenti senza servizi migliori. È chiaro che così saranno i consumatori (e tutti noi compresi gli imprenditori agricoli siamo consumatori quando si parla di frutta e verdura), con evidenti ripercussioni su tutti gli altri settori essendo quelle per frutta e verdura spese primarie, che solo in parte possono essere ridotte".

Inoltre Rampazzo evidenzia anche un'altra problematica a livello locale:

"Questa situazione rischia anche di portare ad un aumento dell'importanzione di prodotti agricoli esteri, da Paesi dove la manodopera costa molto meno e dove spesso non vi sono controlli adeguati, o vengono utilizzati pesticidi e sostanze per la coltivazione che in Italia ed in Europa sono vietate da tempo . Questo danneggerà i produttori locali che invece producono frutta e verdura sicura e certificata, portando ad una minore qualità del prodotto offerto in generale ai consumatori pur di contenere gli aumenti grazie proprio alla merce importata"

La Cia chiede sostegno dal Governo

Anche il presidente della Cia Chieti - Pescara Domenico Bomba si dice preoccupato per una situazione, quella del caro gasolio, partita anche prima della guerra in Ucraina:

"In realtà già prima dello scoppio della guerra c'erano stati aumenti importanti del costo del gasolio agricolo con punte del 100%. Il conflitto poi ha dato il colpo di grazia e siamo passati da 55 60 centesimi al litro a 1,6 eur al litro a luglio e ottobre. A dicembre il prezzo era di 1,2 euro ma il taglio delle accise ovviamente ha portato ad un nuovo rialzo. E in base alle previsioni degli analisti, purtroppo, la situazione è destinata a peggiorare con ulteriori aumenti del costo del petrolio nei prossimi mesi. Questa situazione è insostenibile per il comparto agricolo, considerando che questi aumenti vanno sommati a quelli per le amterie prime come mezzi tecnici e meccanici, fertilizzanti e altre spese. Un'azienda agricola inizia ad avere davvero difficoltà ad andare avanti. In Abruzzo poi, in particolare nel Chietino, il settore vinicolo soffre pesantemente il calo dei prezzi che ha portato ad assottigliare in modo sensibile i margini che già erano bassi.

Il rischio è che a causa di queste speculazioni, perchè di questo si tratta in quasi tutti i casi, vi sia un aumento dei prezzi importante datosi che noi del comparto agricolo non abbiamo nessun potere contrattuale, nonostante la produzione di alimenti indispensabili per tutti. Vendiamo prodotti deperibili e rischiamo di essere schiacciati da questo sistema. Il mondo agricolo è come un pachidermia: ci vuole tempo per fermarlo ma quando è fermo poi è difficile farlo ripartire."

Bomba poi spiega quali sono gli interventi che la Cia richiede:

"Abbiamo chiesto anche all'attuale ministro un intervento importante per il comparto: non vogliamo contributi economici, ma altre forme di sostengo che ci permettano di lavorare tranquillamente. Dobbiamo avere pari dignità rispetto agli altri settori produttivi. Qualcosa è stato fatto con i rimborsi dei crediti d'imposta, ma non è una misura che può diventare strutturale. Servono sgravi fiscali, contributivi ed altre agevolazioni che il Governo e le istituzioni possono applicare per sostenerci in questo momento difficile."

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