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Caro prezzi del pane, l'allarme di Pellegrino (Fiesa Abruzzo Molise): "Servono aiuti al settore o i piccoli panifici chiuderanno"

Abbiamo voluto sentire Angelo Pellegrino, direttore di Fiesa Assopanificatori Confesercenti Abruzzo Molise, dopo gli ultimi rincari del prezzo del pane a causa dell'aumento del costo del grano e dell'energia che mettono in grave difficoltà soprattutto gli artigiani panificatori

Senza un sostegno dal Governo e anche dalle istituzioni regionali, in Abruzzo centinaia di panifici rischiano di chiudere. A lanciare l'allarme Angelo Pellegrino, direttore di Fiesa Assopanificatori Confesercenti Abruzzo Molise che abbiamo voluto intervistare dopo i rincari che hanno colpito anche il settore del pane, con i prezzi aumentati ben oltre il 10% che stanno allarmando e preoccupando i consumatori, considerando che si tratta di un bene di prima necessità.

"Il nostro settore è stato vittima su due fronti per quanto riguarda gli aumenti dei costi di produzione: a partire dal 2020, in periodo di pandemia, c'è stato l'aumento vertiginoso del prezzo del grano che poi per il 2021 e 2022 non è tornato a scendere ma anzi, si mantiene sempre su livelli relativamente alti e comunque distanti da quelli precedenti il 2020. Ora, da qualche mese, si è aggiunta l'emergenza del caro energia che, per un panificio, è una delle voci principali di spesa considerando l'accensione di forni e dispositivi elettrici e a gas. L'aumento medio delle bollette per i panificatori è stato del 200% azzerando di fatto i margini che già sono sempre stati bassi per il nostro settore".

Pellegrino poi spiega che molti panifici, soprattutto artigianali e di piccole dimensioni, stanno pensando di chiudere nonostante i rincari che sono stati applicati seppur a malincuore:

"La situazione sta diventando insostenibile e se ci dovessero essere ulteriori rincari sul prezzo dell'energia si rischia davvero il tracollo del settore. Per ora gli aumenti sono stati del 10% ma abbiamo voluto cercare di rimanere bassi per non danneggiare i consumatori considerando l'importanza nell'alimentazione dei nostri prodotti. Ma senza un aiuto e sostegno esterno a quanto dovremmo portare il prezzo del pane al chilogrammo? A livelli dei beni di lusso?"

Sul fronte degli acquisti, Pellegrino ci spiega che per ora non si sono visti grossi cali ma comunque una diminuzione negli acquisti di pane e simili c'è stata e soprattutto i consumatori stanno iniziando a cambiare le proprie abitudini di scelta del prodotto:

"Paradossalmente, l'aumento dei prezzi ha portato i nostri clienti a fare più attenzione alla qualità: il ragionamento è che se devo spendere per forza di più, allora voglio un prodotto di qualità, artigianale e non industriale. La tentazione di acquistare prodotti esclusivamente industriali ovviamente ci sarebbe per prezzi relativamente più allettanti, ma per ora i consumatori stanno ancora puntando sulla qualità".

Infine, le richieste del settore dei panificatori al Governo nazionale e a quello regionale:

"Serve aumentare il credito d'imposta per i piccoli forni, come previsto dal decreto aiut Ter, ampliando la platea delle imprese che potranno accedere alle agevolazioni che prima rimanevano fuori a causa del limite di consumo energetico che era stato imposto. Servono poi aiuti a fondo perduto e una sterilizzazione dell'Iva, che ci permetterebbero quanto meno di sopportare gli attuali prezzi senza dover passare ad aumenti sensibili del costo del pane. Alla giunta Marsilio abbiamo scritto una lettera aperta chiedendo, nel limite delle proprie competenze, di fare la sua parte dando un sostegno al nostro settore".

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