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Economia

Sugli immobili della Camera di commercio avviata una ricognizione, sulla vendita del Pala Becci e la sede storica è tutto da vedere

Il presidente Strever puntualizza sull'allarme lanciato dal centrosinistra: la razionalizzazione del patrimonio va fatta per legge e nessuna decisione sarebbe stata presa. Pescara avrà una sua sede secondaria, ma l'intenzione è comunque quella di ricostruire quella del Foro Boario di Chieti

“Non c’è ancora alcuna decisione definitiva e questo avviso va letto come una ricognizione del mercato immobiliare per comprendere quali siano le reali soluzioni a disposizione della Camera di Commercio per adeguarsi al dettato normativo. Sicuramente, però, la sede secondaria di Pescara, prevista nel decreto istitutivo ministeriale, non è in discussione”.
Con queste parole il presidente dell'ente Gennaro Strever interviene sull'allarme lanciato dai consiglieri comunali del centrosinistra e il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli sulla possibile vendita della sede storica di viale Marconi-via Conte di Ruvo e del Pala Becci che si trova al porto turistico. L'avviso per la ricognizione di cui parla Strever come lui stesso conferma uscirà a breve e riguarderà, sottolinea, sia gli immobili di Pescara che quelli di Chieti. 
Che vi sia la necessità di razionalizzare il patrimonio è un fatto ed è una delle cose che prevede la riforma voluta dal governo guidato da Matteo Renzi nel 2016 e che ha portato alla fusione tra le due Camere di commercio, ricorda ancora Strever sottolineando che la riforma “ha ridotto a 60 il numero complessivo degli enti camerali” che non sono quindi più uno per provincia. La stessa riforma ha quindi stabilito che la sede legale fosse quella di Chieti (via Pomilio) con Pescara sede secondaria. Razionalizzazione che tra l'altro spiega, "sarebbe dovuta avvenire già all’inizio del mandato degli attuali organi ma che finora non era stata ancora attuata. Ed è stato proprio questo il rilievo fatto alla Camera di commercio Chieti-Pescara durante una recente ispezione del ministero dell’Economia e delle finanze”.
Se nessuna scelta è stata presa è pur vero che Strever nella sua nota di precisazione aggiunge come “l'obiettivo è quello di ottimizzare i costi, ricostruire l'immobile di Chieti Scalo secondo criteri di sostenibilità e risparmio energetico e concentrare il più possibile il personale in una sede, mantenendo comunque su tutto il territorio di competenza il presidio dei servizi”. 
L'immobile di Chieti Scalo è quello del Foro Boario e la sua ricostruzione è quella prevista dalla seconda ipotesi paventata nella deliberazione dello stesso ente tra le tre esposte e cioè quella su cui il centrosinistra ha espresso timori. Ipotesi che, si legge, “prevede l'utilizzo del complesso insistente presso il Foro Boario di Chieti, il mantenimento di un presidio per i servizi all'utenza a Pescara e la dismissione-messa a reddito dei palazzi storici di Chieti e di Pescara e del padiglione Becci”.
Quello che accadrà in sostanza lo si capirà solo dopo che l'avviso di ricognizione sarà pubblicato e le istanze ricevute perché suo scopo è quello di “verificare se c'è la possibilità di locare o cedere parte del patrimonio immobiliare” e che quella vendita possa riguardare le sedi pescaresi non è dunque da escludere così come da non dare per scontato. 
La rassicurazione di Strever è che comunque “la Camera di commercio avrà sempre una sede nel capoluogo adriatico dove continuerà a erogare i propri servizi e non farà mancare il sostegno e la presenza nelle attività e negli eventi di propria competenza”. 

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