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Balneatori, è scontro sul pagamento delle tasse arretrate chieste dal Comune

Si accende lo scontro fra i Balneatori, in particolare di Confcommercio, e il Comune di Pescara in merito alle richieste di tasse arretrate per l'occupazione del suolo pubblico

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di IlPescara

Il SIB/Confcommercio Pescara, Associazione Provinciale Stabilimenti Balneari, chiede al Comune di Pescara la convocazione di un tavolo urgente per definire il problema delle richieste di pagamento retroattivo relative all’occupazione del suolo pubblico sul
lungomare, inviate nei giorni scorsi ad alcuni concessionari demaniali. Appaiono, infatti, totalmente immotivate le suddette richieste di pagamento, tra l’altro comprensive di sanzioni spropositate, in considerazione del fatto che il lungomare di Pescara, compreso il marciapiede, fa parte del demanio marittimo e, pertanto, il canone per l’occupazione del suolo pubblico con tende, tavolini ed altro è già calcolato e pagato mediante il canone demaniale che ogni stabilimento balneare versa annualmente.

Il Presidente del SIB/Confcommercio, Riccardo Padovano:

“Bene la sospensiva dei pagamenti ma occorre convocare subito un tavolo di concertazione per definire la questione in quanto i concessionari vogliono chiarimenti e certezze circa le richieste ricevute inerenti la tassazione di un’area che è già ricompresa nel canone demaniale versato per la concessione.
Ribadisco che non è pensabile che occorra pagare due volte per usufruire dell’occupazione della medesima area.
Non capisco, inoltre, l’atteggiamento di alcuni esponenti politici che oggi hanno preso una netta presa di posizione palesando una disparità di trattamento fra la nostra categoria ed altre.
Evidentemente non hanno approfondito la questione che non riguarda un privilegio da concedere alla categoria ma solo il riconoscimento del fatto che l’area in questione è già ricompresa nel titolo per il quale paghiamo un canone omnicomprensivo.
Siamo, inoltre, fiduciosi che la Corte d’Appello dell’Aquila possa riconoscere quanto da noi sostenuto in quanto le nostre motivazioni sono fondate su presupposti giuridici”.

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