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Artigianato in Abruzzo, è allarme su abusivismo e sommerso

Concorrenza sleale, nella nostra regione la subiscono 2 imprese su 3. Sono preoccupanti i dati che emergono da uno studio di Confartigianato. La situazione peggiore si registra nell'Aquilano. Decisamente meglio la provincia di Pescara

Allarme abusivismo e sommerso in Abruzzo: due artigiani su tre sono a rischio. Nel 2017, la concorrenza sleale nei settori con un tasso di lavoro irregolare superiore alla media, infatti, è subita da 19.697 attività, pari al 64% delle imprese artigiane, cioè i due terzi dell'artigianato regionale.

E' quanto emerge da un approfondimento di Confartigianato Abruzzo, che ha elaborato i dati contenuti in un'elaborazione del Centro studi della Confederazione nazionale. In Abruzzo il tasso di irregolarità dell'occupazione è pari al 16,7% (13,5% in Italia), dato che colloca la regione al quinto posto della graduatoria nazionale, dopo Calabria (23,2%), Campania (21%), Sicilia (20,6%) e Puglia (17,6%). L'indice di pressione della concorrenza sleale del lavoro non regolare sull'occupazione artigiana, è pari a 1,6.

La situazione peggiore si registra in provincia dell'Aquila: le imprese artigiane esposte a concorrenza sleale del sommerso sono 4.687, cioè il 67,9% dell'artigianato. Seguono la provincia di Chieti (5.507, 64,5%), quella di Pescara (4.634, 63%) e quella di Teramo (4.869, 61,2%).

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