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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

Associazioni di categoria pronte a ricorrere al Tar contro il piano di risanamento acustico: "Non siamo stati ascoltati"

Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti non intendono mollare la presa e promettono battaglia dopo l'approvazione del documento: prima le osservazioni e poi, se non si troverà una via d'uscita, il possibile ricorso

Il primo passo sarà avanzare le proprie osservazioni così come prevede la legge. Il secondo se nessun effetto sortiranno, quasi certamente il ricorso al Tar (Tribunale regionale amministrativo). Per le quattro associazioni di categoria che si sono sempre opposte al piano di risanamento acustico la sua approvazione è “un'occasione persa di ascolto”. Una frase con cui esordiscono tutti i loro rappresentanti e cioè il direttore provinciale di Confeserecenti Gianni Taucci, il direttore provinciale di Confartigianato Fabrizio Vianale, il coordinatore provinciale della Cna Luciano Di Lorito e il presidente della Confcommercio Riccardo Padovano. Una scelta che aveva portato allo scontro con Confartigianato e Ascom che invece quel piano lo hanno sempre sostenuto perché utile, sostengono, anche a ridurre il consumo di alcol tra i giovani. 

Per Vianale anche “una mortificazione” per chi proposte ne aveva avanzate, ma che è rimasto “inascoltato”. La strada da seguire, torna a dire, era quella di fare prima il piano di zonizzazione e solo dopo un eventuale piano di risanamento acustico da concordare insieme. Se sui teli fonoassorbenti alla fine si è intervenuti inserendo con un emendamento al documento la possibilità di installarli, le altre richieste sono cadute nel vuoto a cominciare da quella degli incentivi per gli infissi e per finire con la campagna di sensibilizzazione che si chiedeva di fare contro altri fenomeni che spesso caratterizzano la movida, sottolinea Vianale, ma che nulla hanno a che fare con quel rumore che si vorrebbe eliminare.

Rumore su cui il piano potrà fare poco o niente perché i decibel si supererebbero troppo facilmente, precisa. Cosa che la rilevazione fatta a novembre in giorni infrasettimanali e cioè quando in piazza Muzii di gente ce n'è poca, avrebbe dimostrato: bastano due persone per produrre il cosiddetto "rumore antropico". “Ci si chiede allora il perché di questa accelerazione per arrivare al piano che obbligatorio non era – prosegue il direttore di Confartiganato -. Quello che andava fatto era un 'Patto di convivenza' come chiedevamo se davvero come dicono vogliono una città viva. Così la spengono. Chi lo ha votato questo documento se ne assumerà la responsabilità. Quello che posso dire – conclude – è che qualche esercente da piazza Muzii è già andato via, altri ci stanno pensando. Nessuno ha comunque intenzione di investirci”.

Sulla stessa scia Taucci per cui si è “purtroppo persa l'occasione di trovare una soluzione mediana. Noi ci abbiamo provato in tutti i modi. Questo piano metterà in difficoltà gli operatori, ma anche la politica e l'amministrazione. Questa scelta è stata fatta e noi non la condividiamo. Aspettiamo la pubblicazione del documento e decideremo i passi da fare”. Per lui le modifiche apportate “non risolvono il problema in generale” e sì, da chi in maggioranza si diceva scettico “ci aspettavamo di più, ma così non è stato”, risponde quando gli chiediamo dell'esito del voto.

Una ritrovata compattezza che al di là di chi alla fine si è astenuto anche tra i banchi di chi la città la governa, si traduce per Di Lorito nel classico “tanto tuonò che piovve”. Nessuna istanza ascoltata, lamenta anche lui e nessuna posizione forte da parte di chi, seppur in maggioranza, ci si aspettava sostenesse di più le associazioni. “Ci aspettavamo che il mondo delle imprese che vive anche un momento non facile fosse ascoltato e invece si continua a navigare a vista con un piano che avrà ricadute su tutto il territorio comunale. Lo dimostra il fatto che già si pensa di farne uno per Pescara Vecchia”, aggiunge Di Lorito per il quale comunque la battaglia non è finita. “Difenderemo i commercianti. Aspettiamo la pubblicazione – dice anche lui – e valuteremo poi se sarà il caso di impugnarla dopo aver portato avanti le nostre osservazioni”. Certo è che per il referente della Cna l'attuale maggioranza “non ha un'idea della città che vuole. Mi chiedo anche ora che i semafori per la rilevazione del rumore li hanno tolti, come si farà a valutare se quando si superano i limiti del rumore antropico? Chi dovrà farsene carico? Quello che hanno voluto dare con le poche modifiche apportate è un segnale insignificante”, conclude esprimendo anche lui delusione per il poco sostegno arrivato da chi in maggioranza sembrava avere perplessità sul piano nonostante. A non votarlo sono stati alla fine tre consiglieri di Forza Italia (Ivo Petrelli, Roberto Renzetti e Fabrizio Rapposelli che lo ha definito “una follia”) e la consigliera di Fratelli d'Italia Zaira Zamparelli. “Si è tutto ridotto a niente”, conclude.

Dopo i tanti tavoli di confronto svoltisi a partire da agosto 2022 “le modifiche dovevano essere di più – dice infine Padovano -. La politica oggi ha votato. In aula torneremo con le nostre osservazioni”.

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