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Sono 1.960 le aziende bio in Abruzzo, per gli agricoltori dell'Anabio-Cia il futuro è lì: Alessandro Impicciatore è il nuovo presidente

Scattata la fotografia del biologico sul territorio in occasione dell'assemblea regionale elettiva, tutti d'accordo: servono azioni e programmi per essere competitivi in un settore in continua crescita e in cui la regione può essere grande protagonista

L'Anabio-Cia Abruzzo rinnova i vertici e lancia un messaggio chiaro: rilanciare l'agricoltura biologica perché è lì che si gioca la sfida del futuro. Il punto sulla situazione regionale è stato fatto nel corso dell'assemblea elettiva tenutasi nella cantina Frentana di Rocca San Giovanni e che ha visto nominare Alessandro Impacciatore nuovo presidente.

Con circa l'11 per cento della superficie agricoltura utilizzata destinata al biologico e 1.960 aziende che utilizzando metodi di produzione bio, l'Abruzzo è tra le regioni con il più elevato e variegato potenziale a livello nazionale dato che tante sono le tipologie di coltivazione biologica prsenti sul territorio. Alla luce dei numeri serve però, questo il monito della'Anabio-Cia, mettere in campo azioni e programmi che consentano di e

Antonio Zinni, Responsabile ufficio agricoltura ecocompatibile Regione Abruzzo, ha sottolineato che il mercato del bio non è più una piccola nicchia e rappresenta l’unico segmento dell’agroalimentare italiano con tendenza alla crescita. “Siamo una delle nazioni con il più alto tasso di superficie biologica e dobbiamo cercare di spingere le aziende a convertire i prodotti in bio”, ha detto. Il report sul territorio lo ha invece presentato Giuseppe Di Silvio, responsabile Caa-Cia Abruzzo: “in una situazione nazionale che vede crescere il consumo di prodotti biologici e il relativo fatturato, di cifre superiori al 15 per cento, Anabio Abruzzo vuole porsi come riferimento per i quasi 2mila produttori biologici della regione – ha spiegato -. Il tutto all’interno di un trend di aumento del numero delle aziende bio e del suolo dedicato al biologico. Gli ultimi dati ufficiali registrano oltre 43mila ettari coltivati a biologico e 6.500 ettari in conversione”.

“La proposta di riforma della Pac – ha sottolineato il responsabile Pac Cia nazionale, Domenico Mastrogiovanni - tende ad accrescere la rilevanza degli aspetti ambientali nel sostegno al settore primario, rafforzando di fatto anche il ruolo dell’agricoltura biologica. L’obiettivo è quello di trasformare la potenzialità bio di questa regione che porti valore di mercato”.

“Abbiamo voluto organizzare questo momento di confronto date le esigenze e gli input europei che fanno sì che in futuro il modo di coltivare biologico interesserà tantissime aziende – ha concluso il presidente Cia Abruzzo Nicola Sichetti -. Bisogna favorire l'aggregazione a livello territoriale, la divulgazione delle tecniche di campo e dei processi produttivi propri degli alimenti biologici”.

A portare i saluti all'assemblea anche Roberto Battaglia, Presidente Cia L’Aquila-Teramo e presidente uscente Anabio-Cia Abruzzo. Tra gli intervenuti al dibattito Stefano Palumbo, Responsabile Indagine Rica Abruzzo e Gianpaolo Antonio, ricercatore del Crea.

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