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Economia

Aeroporto, Cna e Confcommercio lanciano l'allarme: "Rischia di sparire"

Confcommercio e Cna lanciano l'allarme riguardante il futuro dell'aeroporto di Pescara. Stamane si è tenuta presso lo scalo un'assemblea degli operatori economici voluta dalla Confcommercio, mentre la Cna avverte: "L'aeroporto rischia un declassamento"

Gli operatori economici e le associazioni di categoria abruzzesi lanciano l'allarme sul futuro dell'aeroporto di Pescara.

Stamane, infatti, sia la Confcommercio che la Cna sono intervenuti sull'argomento, esprimendo forti preoccupazioni sul destino dello scalo abruzzese.

Circa duecento operatori economici provenienti da tutta la regione hanno riempito la sala grande dell’Aeroporto d’Abruzzo rispondendo alla chiamata della Confcommercio Abruzzo ed allo slogan “l’Aeroporto d’Abruzzo non deve chiudere, deve crescere”.
Ribadito da tutti gli intervenuti l’invito alla Regione Abruzzo ad erogare alla SAGA, Società di gestione dell’Aeroporto, il contributo annuo senza il quale lo scalo abruzzese è destinato a chiudere.
Si tratta di un grido d’allarme molto serio in quanto la mancata erogazione del contributo regionale alla SAGA rischia veramente di comportare il fallimento della stessa e la chiusura conseguente dell’Aeroporto d’Abruzzo.
All’Assemblea sono intervenuti la Parlamentare Abruzzese, On. Vittoria D’incecco, il Presidente della Provincia di Chieti, Enrico Di Giuseppantonio, il Sindaco di Chieti, Francesco Ricci, il Presidente della SAGA, Vittorio Di Carlo.

Il Presidente della Confcommercio Abruzzo, Ezio Ardizzi:

“La nostra associazione ha sempre prestato grande attenzione alla questione aeroporto nella certezza che dallo sviluppo dello scalo abruzzese potesse scaturire un contestuale sviluppo dell’economia dell’intero territorio regionale.
Ecco perché in un momento difficile per le sorti dell’Aeroporto abbiamo ritenuto di chiamare a raccolta gli operatori economici del territorio, ed in particolare quelli del settore turismo, al fine di far comprendere alla Regione Abruzzo che non è possibile mettere a rischio di chiusura un’infrastruttura fondamentale per lo sviluppo economico regionale. 
Si tratterebbe di un danno incalcolabile per l’intera economia abruzzese e per il comparto del turismo in particolare, che necessiterebbe di anni per essere recuperato sia a livello di mancati arrivi che di immagine.

Il Presidente della SAGA spa, Vittorio Di Carlo:

    “La SAGA spa è una società per azioni a maggioranza di capitale regionale per cui senza l’impegno di spesa da parte della Regione Abruzzo di 4,5 milioni di euro rischia di dover attingere al proprio capitale sociale che è pari a 6 milioni di euro.
    Questo vuol dire dover operare con soli 1,5 milioni di capitale che potrebbero comportare la perdita della concessione da parte dell’ENAC.
    Ma anche se ciò non fosse senza risorse per azioni di marketing sui mercati di riferimento dei voli low cost sarebbe immediato l’abbandono delle compagnie stesse e si perderebbero così passeggeri e di conseguenza ci sarebbe la chiusura di tutte le attività commerciali interne all’aeroporto che impiegano 500 persone.
    Se entro il 9 marzo, data del prossimo C.d.A. della SAGA non avreno risposte dalla Regione Abruzzo dichiareremo lo stato di crisi.”

La Cna, invece, focalizza l'attenzione sul possibile declassamento dell'aeroporto di Pescara, ed in particolare fa riferimento al documento conclusivo redatto dalla Commissione parlamentare d'indagine sulla situazione degli aeroporti italiani, che parla di valorizzare e sostenere solo i grandi scali.

 «L’Italia non ha bisogno di un maggior numero di aeroporti - si legge in un passaggio del testo, già disponibile online sul sito della Camera dei deputati, e che riassume il punto di vista dei commissari dopo l’ascolto dei rappresentanti delle principali compagnie aeree, dei vertici degli scali più grandi e trafficati, dei dirigenti dei diversi organismi che a vario titolo gestiscono l’aviazione civile italiana, con l’Ente nazionale di assistenza al volo, l’Enac - ma di aeroporti più grandi, più efficienti e meglio connessi, attraverso collegamenti intermodali con la rete ferroviaria  e stradale». Parole che suonano come un serio avvertimento per una infrastruttura, come quella pescarese, che con una quota di mercato inferiore ai 500mila passeggeri l’anno, e la prospettiva di raggiungerne 800mila entro il 2013, sembra rappresentare quasi l’emblema degli scali a rischio declassamento.

Dunque, conclude la Cna nella sua nota, «se da una parte non è davvero il caso di prendere sottogamba le conclusioni dei lavori parlamentari della commissione, destinati ad aprire la via ad una nuova normativa, dall’altra occorre che la Regione sblocchi al più presto le risorse finanziarie destinate allo scalo e sin qui non erogate.
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