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Nella sala consiliare c'è “Il violino della Shoah”, sopravvissuto ad Auschwitz e oggi “voce” di un orrore da non dimenticare

Il 30 gennaio alle 19.30 appuntamento con la memoria: la violinista Alessandra Sonia Romano protagonista con l'incredibile storia dello strumento di Eva Maria Levy, 22enne italiana che morì tragicamente nel campo di Auschwitz-Birkenau

Ci sono voci che neanche l'orrore può mettere a tacere. Non quando quella voce trova un modo per raccontare e raccontarsi attraverso un linguaggio universale come è quello della musica con la cultura che, ancora una volta, si dimostra il canale più diretto per riempire il cuore di emozione e gli occhi di lacrime.

Quella voce alle 19.30 di lunedì 30 gennaio risuonerà nella sala consiliare del Comune di Pescara grazie a quello che è arrivato al grande pubblico come “Il violino della Shoah” o se preferite “Il violino di Auschwitz”. Una voce sopita per decenni, ma che non ha mai smesso di sussurrare fino a quando qualcuno non ha avuto il coraggio di ascoltarla e far sì che quello strumento che dentro, nel senso letterale del termine, custodiva una storia drammaticamente straordinaria, arrivasse nelle mani di Alessandra Sonia Romano che questa volta nella nostra città lascerà che a raccontare l'orrore dell'olocausto sia la voce di Eva Maria Levy morta suicida nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau il 6 giugno del 1944 e che a quel violino aveva affidato i suoi sogni di ragazza. Sogni morti con lei quando di anni ne aveva soli 22.

Al grande pubblico Alessandra Sonia Romano quella storia l'ha raccontata sul palco di Italia's Got Talent ed è una storia che strazia il cuore così come le note che escono da quella cassa armonica che porta dentro di sé una vicenda che non va dimenticata, che si cerca di non far dimenticare, ma la cui lezione l'umanità sembra non voler mai far sua.

Sette i brani in programma per l'esibizione pescarese con, come ultimo pezzo, la meravigliosa colonna sonora del film targato Steven Spielberg “Schinderl's List” e composta dal grandissimo John Williams. Lo stesso brano che la Romano ha portato sul palco del famoso programma televisivo emozionando pubblico e giudici.

“Sono nato nella seconda metà dell'800 in Francia. La mia storia è legata ad una persona – così aveva esordito su quel palcoscenico prestando la sua voce allo strumento -: Eva Maria Levy detta 'Cicci'. Non so come nel 1937 mi ritrovavo in una bottega di Torino. Lì venne un signore a prendermi: era il papà di Cicci. Mi voleva regalare a sua figlia per il suo sedicesimo compleanno. Cicci mi amava tantissimo e mi volle con sé anche nel momento più buio, anche quando con la sua famiglia fu arrestata e portata nel carcere di San Vittorie e poi alla stazione centrale di Milano. Binario 21. Destinazione Auschwitz-Birkenau. Mi suonava anche lì con il freddo, la paura e la fame”, ha ricordato. Sì perché Eva Maria fu messa a suonare con altri detenuti dell'orchestra del campo per il diletto dei carcerieri.

“Un giorno qualcuno mi ruppe e senza di me Cicci non ce la fece”, raccontò ancora Romano glissando con eleganza sulla scelta che la giovane fece per mettere fine all'orrore: suicidarsi. “Morì il 6 giugno del 1944 a soli 22 anni. Suo fratello Enzo fu uno dei pochi che riuscì a salvarsi. Mi recuperò e mi portò con sé nel lungo ritorno verso l'Italia. Fu un viaggio faticoso. Arrivammo a Torino e mi fece riparare, ma dopo un po' non vidi più neanche lui perché decise di non vivere più”, aveva ancora raccontato quel violino tramite la voce della musicista. “Fui dimenticato per tanti anni finché nel 2014 un signore mi trovò. Ero sempre a Torino, ma in un negozio di antiquariato in mezzo a tanti oggetti. Lui mi notò, mi prese, mi studò e mi guardò nella cassa armonica”. E' qui che inizia la seconda vita di questo strumento testimone di una storia che si fa sempre fatica a raccontare.

“Nella mia pancia era custodito un segreto: è un piccolo biglietto che Enzo ed Eva Maria erano riusciti a scambiarsi. È scritto su un foglio sottile con una matita. C'è un pentagramma con sopra un filo spinato, un messaggio e tra le note un numero: 168007. È il numero di matricola di Enzo Levy”.

Nel 2016 quel violino arriva nelle mani di Alessandra Sonia Romano, unica autorizzata a suonarlo, che da quel momento ha iniziato a raccontare la sua storia e quella della sua “Cicci”. Ad Eva Maria l'orrore ha preso la vita e i sogni, ma non la sua voce fatta ora di note che non hanno bisogno di alcuna traduzione per arrivare dritte al cuore.

Il concerto vede la direzione artistica di Sergio Rendine. A dirigere l'orchestra “Amadeus” che accompagnerò la violinista sarà il maestro Mirco Barani per un evento che vedrà la partecipazione straordinaria della trombettista Marianne Li.

Il Violino della Shoah - locandina evento 30 gennaio 2023 sala consiliare del Comune

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