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Cultura

A Paolo Cavallone il riconoscimento di ‘Ambasciatore abruzzese nel mondo’

Il Maestro: “Onorato. L’Abruzzo è dentro le mie opere”. Testa: “Con la sua arte porta alto il nome della nostra regione sui prestigiosi palcoscenici internazionali”

Il compositore sulmonese Paolo Cavallone è stato insignito stamane del riconoscimento di “Ambasciatore abruzzese nel mondo”. Il premio, voluto dal consigliere regionale Guerino Testa, gli è stato consegnato a Pescara, nella sala Corradino D’Ascanio del consiglio regionale. “Il Premio che ricevo oggi dalla Regione Abruzzo mi onora e mi tocca profondamente”, ha dichiarato il Maestro Paolo Cavallone durante la cerimonia. “Sono sempre stato descritto come un cittadino del mondo ma ho il cuore in Abruzzo: le mie origini, i paesaggi forti di questa regione, i ruderi medievali sparsi sui monti o le varie riconfigurazioni architettoniche di un monumento, come la chiesa dall’Annunziata a Sulmona, rappresentano una radice di sicuro riferimento per la mia vita e la mia arte”.

Per il consigliere Testa, “il maestro Cavallone è un indiscusso orgoglio abruzzese e italiano, compositore, pianista e poeta sulmonese molto celebre a livello internazionale che con la sua arte porta a livelli elevati il nome della nostra regione su qualunque palcoscenico si esibisca. Era doveroso riceverlo in casa Abruzzo per congratularci di persona dei suoi grandi successi ed assegnare il meritato riconoscimento”.

Cavallone, che ora vive in Francia, ha vissuto la sua adolescenza a Sulmona, da dove è poi partito alla conquista del mondo: “Nell’attività di compositore e di poeta”, ha proseguito il Maestro, “la mia estetica è caratterizzata dalla possibilità di inquadrare da diverse prospettive un oggetto sonoro ed interiore, in modo da poter coglierne i tanti significati. Il viaggio è diventato necessariamente protagonista della mia esperienza: sia il viaggio nei paesaggi reali del mondo, sia quello della creatività liberata. È la società stessa che richiede un confronto con la sua molteplicità e un’apertura alle nuove possibilità ed ai nuovi colori che essa ci offre. Ci si trova di fronte ad una molteplicità di mondi sonori, in un nuovo riconfigurarsi dei confini abituali. Allo stesso tempo questa ricchezza tende anche a sradicare l’individuo dall’essenza del suo essere, perché fondata sulla cristallizzazione di consuetudini del passato. Ed ecco che il mio Abruzzo ha giocato e gioca un ruolo cruciale nella realizzazione delle mie opere. Da qui – ha concluso Cavallone – la mia felicità nel ricevere apprezzamento proprio dalla mia terra”.

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