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Manuel Agnelli cita Flaiano e incanta il teatro Massimo con il suo live semi-acustico

Una serata intensa, tra riflessioni sulla morte e autoironia. In scaletta i successi degli Afterhours ma anche begli omaggi a Kurt Cobain, Lou Reed e Joy Division. E non manca addirittura la cover di un brano di Lana Del Rey

L'artista si mette a nudo ripercorrendo i dolori che ha provato negli anni: le difficoltà vissute all'epoca di "Hai paura del buio?", quando aveva debiti, era senza un lavoro e la sua ragazza l'aveva lasciato, ma anche il decesso del padre, che lo segnò profondamente tanto da ispirargli addirittura un album, 'Folfiri o Folfox', che raggiunse il primo posto in classifica "mentre la gente che lo acquistava si strizzava le palle", dice scherzosamente.

E di fatto, al di là del racconto di quell'evento luttuoso, mostra sul palco anche tanta autoironia, soprattutto sulla sua nomea di "stronzo". Racconta dell'amore per i Beatles, ammettendo però che l'omicidio di John Lennon lo lasciò indifferente, e parla di Kurt Cobain approfittando del giorno in cui ricorrono i 25 anni dalla scomparsa (avvenuta il 5 aprile 1994): "Aveva solo un anno in meno di me, mi è dispiaciuto molto". Poi parte un bell'omaggio ai Nirvana con "You know you're right". 

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