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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

"D’Annunzio, l’uomo che inventò sé stesso”: un omaggio di Rai Documentari al Vate

Il documentario reinterpreta in chiave pop la figura del poeta, primo “influencer” della storia, che ha fatto della sua vita un’opera d’arte. Appuntamento il 23 giugno su Raitre

Si chiama “D’Annunzio, l’uomo che inventò sé stesso” il programma speciale che andrà in onda il prossimo 23 giugno su Rai Tre. Prodotto da Ince Media e Filippo Cellini, in collaborazione con Rai Documentari e Luce Cinecittà, per la regia di Francesca Pirani e Stefano Viali, il documentario propone una rilettura in chiave contemporanea e pop del poeta vate, illuminando la sottile filigrana del tempo che lega la nostra società a uno dei personaggi più discussi del secolo scorso. Con la forza narrativa e la conduzione dello storico Giordano Bruno Guerri – giornalista e Presidente del Vittoriale degli Italiani – il racconto si svolge in un continuo rimando tra vita, imprese e opere del poeta a confronto con l’attualità.

Da Pescara al Collegio Cicognini di Prato, dove fu mandato dal padre che aveva intuito le sue grandi doti, dalla prima raccolta di poesie “Primo Vere” ai primi anni romani e al successo fra la provinciale borghesia italiana di fine '800, dall’amore per il lusso agli amori mutevoli e disinvolti tra cui Isadora Duncan, Luisa Casati, la moglie Maria Hardouin di Gallese e l’amante Luisa Baccara.

Per lui le donne sono al tempo stesso tormento e delizia. Anticipatore e modernizzatore di costumi, mode, tendenze, dal vestiario alla politica (pochi sanno del suo passaggio plateale dalla destra alla sinistra, a fine Ottocento), d’Annunzio viene tuttora giudicato anche per un’adesione al fascismo in realtà mai avvenuta: dalla sua “Impresa di Fiume”, Mussolini prese riti e miti ma non la Carta del Carnaro, una delle costituzioni più avanzate del Novecento, né le due parole che d’Annunzio faceva seguire a eja eja alalà: "viva l’amore!".

Sono i ragazzi di oggi, nel documentario, a paragonare Gabriele D’Annunzio a Sandro Pertini per l’idea del Paese unito, a Silvio Berlusconi e persino a Greta Thunberg, per la sua capacità di saper smuovere le masse. Di sicuro il Vate è stato il primo “influencer” della storia, colui che ha fatto della sua vita un’opera d’arte.

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