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Il Comune di Spoltore diventa proprietario dell'area archeologica di Santa Teresa e avvia il progetto di valorizzazione

Il passaggio è avvenuto a titolo gratuito con l'amministrazione che assicura la ripresa degli scavi avviati per la prima volta nel 2000, il sindaco Trulli: "Vogliamo valorizzare ogni peculiarità del nostro territorio"

Con il “sì” del consiglio comunale il Comune di Spoltore è ufficialmente proprietario dell'area archeologica di Santa Terea.

Un passaggio a titolo gratuito del terreno quello conclusosi per l'acquisizione di uno spazio dove negli ultimi anni diversi sono stati gli scavi che hanno portato alla luce diversi reperti, alcuni dei quali attualmente conservati nel deposito provinciale archeologico di Caprara. Lavori che hanno permesso anche di riscoprire il perimetro esatto dell'impianto produttivo di epoca romana da cui era occupato. La decisione di farne una proprietà comunale, spiega l'amministrazione, è derivata anche dal fatto di voler vincolare archeologicamente l'area: la procedura si è conclusa il 29 gennaio 2019, con decreto della commissione regionale per il patrimonio culturale dell’Abruzzo del ministero per i beni e le attività culturali.

“Ringraziamo per il lavoro svolto in questi anni la Ssoprintendenza, tutti i funzionari e in particolare Andrea Staffa, la sezione di Pescara dell'Archeoclub e i proprietari del terreno, Angela Scurti e Camillo Perfetti, che hanno capito l'importanza per la collettività di questo passaggio – dichiara l'assessore comunale ai beni storici e archeologici Cinzia Berardinelli - La proprietà pubblica del sito significa in sostanza che sarà il Comune ad autorizzare gli accessi. Il prossimo obiettivo e fare in modo che gli scavi riprendano. Si tratta di uno dei siti archeologici più importanti per quanto riguarda la costa abruzzese, attualmente appare abbandonato. ma è da oggi che il Comune ne è a tutti gli effetti responsabile”, aggiunge.

Area via Saline - tomba 1 (secc V-VI)-2

Nell'ottica di una nuova gestione dell'area è stata firmata anche una convenzione con soprintendenza e università. “Vogliamo valorizzare ogni peculiarità del nostro territorio e il consigliere Berardinelli ci lavora con grande passione, assieme all'assessore Roberta Rullo e a tutti i soggetti coinvolti nel progetto Spoltour” spiega il sindaco Chiara Trulli che ribadisce l'intenzione di proseguire nel lavoro avviato al fine di custodire le bellezze del territorio così come fatto per l'apertura del Deposito archeologico in occasione delle Giornate europee del patrimonio in occasione delle quali ono state organizzate visite guidate arricchite dalla possibilità di scoprire anche il parco di Villa Acerbo e altre peculiarità della frazione di Caprara.

Un percorso quello della riscoperta del sito, avviato nel 200 con i primi scavi quando sindaco era Donato Renzetti e che nel 2001 ha portato anche alla scoperta di una tombaba dell'eneolitico (databile nella seconda metà del III a.c.): al suo interno lo scheletro di uomo, morto a circa trent'anni, e una coppia di vasi a corredo. La tomba, complessivamente in ottimo stato di conservazione, è stata integralmente asportata con un'elaborata e costosa "scatola di gesso" e restaurata. Attualmente è esposta nel museo universitario di Chieti. Nel biennio 2011-2012 l'area delle fornaci è stata oggetto di una concessione di scavo alla cattedra di archeologia classica dell'università d'Annunzio di Chieti e Pescara diretta da Oliva Menozzi.

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