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Donne e motori: le due grandi passioni del "Marchese volante"

Diego De Sterlich Aliprandi, Marchese di Cermignano, fu colui che diede vita alla mitica "Coppa Acerbo" nel 1924. Nato a Castellamare Adriatico sul finire del 1800, viene ricordato come un nobiluomo generoso attratto dalle auto e dal fascino femminile

La tradizione motoristica di Pescara è legata indissolubilmente alla figura di un discendente di una nobile famiglia altolocata legata ai regnanti d'Austria e trapiantata da Napoli in Abruzzo intorno il XVI secolo. I De Sterlich sono stati feudatari di interi borghi nell'area vestina ed il loro patrimonio terriero venne ereditato per decenni dalle generazioni future. Nell'albero genealogico spicca la figura di un bizzarro latifondista, divenuto famoso per le sue stravaganze ma soprattutto per le sue opere da benefattore al servizio della comunità. Diego De Sterlich Aliprandi, Marchese di Cermignano, fu colui che diede vita alla mitica "Coppa Acerbo" nel 1924.

Diego De Sterlich Aliprandi-2

Nato a Castellamare Adriatico sul finire del 1800, viene ricordato come un nobiluomo generoso, attratto dalle auto e dal fascino femminile. Il suo inestimabile patrimonio andò dilapidato dietro alle sue grandi passioni che lo portarono inesorabilmente a concludere la sua esistenza terrena in assoluta povertà. Dapprima si dedicò a sperperare gran parte delle sue fortune alle corse dei cavalli, per poi sviluppare i suoi interessi per l'automobilismo iniziando a partecipare come pilota a gare di regolarità a livello internazionale.

Nel 1924, l'allora giovanissimo nobile di sangue blu acquistò le azioni della SIAS per la costruzione dell'autodromo di Monza e diede vita alla "Coppa Tito Acerbo", considerata ancora oggi una delle più importanti competizioni di auto di grossa cilindrata organizzate su un circuito cittadino. Fu proprio lui a finanziare questa manifestazione sportiva in onore del fratello di Giacomo Acerbo al quale va riconosciuto il merito di averla ideata.

Diego De Sterlich Aliprandi

Ma il "Marchese volante" ebbe anche a cuore le sorti della casa automobilistica Maserati di Bologna, sostenendola finanziariamente in più di un'occasione per l'acquisizione dei telai della Diatto e creare così i primi bolidi da portare in pista. La storia narra che nella sua tenuta di Pineto, dove sorge la torre di Cerrano, disegnò lui stesso il simbolo del tridente di Nettuno, Dio del mare, che divenne il marchio di fabbrica della scuderia felsinea. Diego De Sterlich, oltre che essere considerato il precursore della scuola di piloti abruzzesi, si spese molto anche per aiutare la sua gente con gesti di altruismo e generosità.

Socio fondatore dell'Automobile Club Abruzzo e organizzatore della "Coppa di Natale" sul tracciato che collega Loreto Aprutino a Penne, si lasciò spesso abbindolare dalle tante donne con le quali intrecciò legami amorosi. Nutriva anche una smisurata attrazione per gli studi erboristici, a tal punto da brevettare i filtri per le infusioni di camomilla che fecero la fortuna della famiglia Bonomelli. Dopo una vita di sfarzi e di lussi, morì a 78 anni dopo un lento declino e nel suo necrologio apparve la scritta d'addio al "Signore d'Abruzzo".

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