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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cucina

Dolci dell’Epifania, in Abruzzo il re è sempre il pepatello

Caratteristico in particolare del Teramano, il pepatello viene ormai gustato su tutto il nostro territorio, compresa la provincia di Pescara

Non c’è ambientalismo che tenga il giorno dell’Epifania. Nelle calze della Befana, da un capo all’altro dell’Italia, continua a imperare il carbone. Dolce, ovviamente, e per quanto possibile a base di zucchero italiano. Festa dei bambini per eccellenza (e infatti nella religione cristiana l’Epifania celebra la manifestazione della divinità di Gesù ai tre Re Magi) oltre che ai doni è dedicata ai dolci. Per i più piccoli ma anche per gli adulti.

Ma non c'è soltanto il carbone dolce, anzi. In molte zone d’Italia, da ben prima che si diffondesse questa usanza, per l’Epifania si producevano dolci speciali. Una tradizione ripresa massicciamente quest’anno nel solco di un rilancio dei prodotti tipici. A rilevarlo è un'indagine condotta da Cna Agroalimentare tra i propri associati. All'appello, ovviamente, non poteva mancare l'Abruzzo. Nella nostra regione, come d'altronde nel vicino Molise, da Natale al giorno della Befana si preparano i pepatelli, il cui nome viene chiaramente da un ingrediente alquanto insolito in un dolce, il pepe nero appunto, ma aggiunto in modica quantità a farina, cacao, miele, mandorle e buccia d’arancia.

Caratteristico in particolare del Teramano, il pepatello viene ormai gustato su tutto il nostro territorio, compresa la provincia di Pescara. Un'autentica delizia che anche per il 2022 non mancherà sulle tavole dei nostri compaesani. Scendendo più a Sud, tipici dolcetti dell’Epifania (e non solo) pugliesi sono le cartellate baresi e i purcidduzzi salentini. Le prime sono preparate con farina, olio e vino bianco secco. L’impasto viene modellato come una rosa che, una volta fritta, viene farcita con mosto cotto o vin cotto di fichi. Il dolce salentino è in pratica un piccolo gnocco che dopo la frittura viene immerso nel miele caldo.

A Napoli, invece, all’Epifania si gusta la prima pastiera dell’anno. Sì, proprio la pastiera, il dolce a base di grano e crema tradizionalmente associato alla Pasqua. Ma non si tratta di un fuor d’opera. Nel calendario il 6 gennaio si festeggia, per la precisione, la Pasqua Epifania, che vuol dire preannuncio della Pasqua. A Varese e provincia le pasticcerie (e anche molte famiglie) preparano un dolce solo due giorni l’anno, il 5 e il 6 gennaio. Si tratta dei cammelli dolci di pasta sfoglia. Cammelli per ricordare le cavalcature dei Re Magi che, rispetto al passato, ora vengono anche farciti, di crema o di panna, di marmellata o di frutta. Una tradizione che – grazie alla Camera di commercio – si è trasformata in uno dei punti di forza dell’accoglienza turistica della città in questi giorni.

Passando dalla Lombardia al Piemonte, in provincia di Cuneo la Befana ha la sua fugassa d’la Befana, un dolce dall’impasto morbido, tondeggiante, al cui interno un tempo venivano nascoste due fave di diverso colore. A chi capitava la fava chiara toccava pagare la focaccia, a chi capitava la fava scura spettava l’acquisto delle bevande. In alcune zone del Piemonte viene inserita una moneta e chi la trova è predestinato dalla sorte a un anno molto fortunato.

In Liguria per l’Epifania si prepara l’ultima infornata di anicini, un dolce festivo caratterizzato dalla presenza dell’anice a metà tra una focaccia e un biscotto che non prevede l’utilizzo di nessun genere di grassi. Passando dal Nord Ovest al Triveneto proprio alla Befana è dedicata la pinza de la marantega (Befana, in veneziano), un pane dolce arricchito di uvetta, fichi secchi, arancia candita, pinoli, grappa, cotto preferibilmente sotto la cenere dei falò e coperto da foglie di cavolo. 

Andando sotto l’Appennino, in Toscana si preparano a Siena e dintorni i cavallucci, biscotti morbidi lievitati, e tra Lucca e Viareggio i befanini, che prevedono anche la presenza di rhum e sono realizzati in tipiche forme natalizie. In realtà si tratta di dolci diffusi ormai in tutta la regione e che si gustano tutto l’anno. Infine non possono non essere menzionate le Marche: tipiche della zona di Ancona sono le pecorelle, dolcetti di pasta sfoglia farciti di marmellata e frutta secca. 

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