rotate-mobile
Cucina

L'arrosticino verso la certificazione europea Dop, gli allevatori ci credono

Il presidente dell'associazione regionale allevatori (Ara), Pietropaolo Martinelli: "La stragrande maggioranza della percentuale di carne che mangiamo proviene dall'estero e di abruzzese ha davvero poco"

L'arrosticino abruzzese va verso la certificazione europea Dop (denominazione di origine protetta) che gli consentirebbe di avere una maggiore tutela come prodotto tipico, senza contare che sarebbe un obiettivo importante da conseguire anche per rilanciare gli allevamenti a livello strettamente locale. Ce ne parla meglio il presidente dell'associazione regionale allevatori (Ara), Pietropaolo Martinelli: "C'è il chiaro intento di avvalerci di questa certificazione europea per arrivare all'arrosticino Dop. L'importanza della denominazione di origine protetta è data sicuramente dal fatto che questo è un prodotto che amiamo tutti ma che allo stato attuale di abruzzese ha davvero poco, perché sappiamo bene che la stragrande maggioranza della percentuale di carne che mangiamo proviene dall'estero e poi viene trasformata qui in Abruzzo. Ma in realtà tutto ciò, di carni ovine abruzzesi, ha ben poco".

Per Martinelli è importante "tutelare anche gli allevamenti locali che fanno un prodotto di indubbia qualità ma, a seguito delle speculazioni dell'estero, non riescono ad avere il giusto riconoscimento remunerativo dalle carni che producono". È stato studiato un partenariato con l'istituto zooprofilattico, le aziende zootecniche del territorio e l'associazione regionale allevatori. C'è inoltre in ballo un importante progetto di studio che ha sempre la finalità di arrivare alla massima valorizzazione possibile dell'arrosticino come patrimonio gastronomico del nostro territorio.

"Abbiamo individuato 4 aziende zootecniche del territorio abruzzese, una per provincia, che si trovano nelle aree interne che fanno pascolo - spiega Martinelli - e andremo a stabilire un protocollo di corretta metodologia di allevamento della pecora destinata ad arrosticino". In altre parole, verrà definito un disciplinare, fondamentale in questi casi per poter avere maggiore certezza. "E poi - prosegue il presidente dell'Ara - andremo a dimostrare che le carni ovicaprine allevate in Abruzzo con il nostro pascolo montano hanno una qualità superiore a quelle che vengono importate dall'estero, che magari sono alimentate con mangimi e quant'altro. Sarà coinvolta anche la parte industriale di trasformazione delle carni locali perché questa deve essere tutta una filiera".

Una filiera, aggiungiamo noi, virtuosa. Infine l'università d'Annunzio si occuperà di curare la parte storico-scientifica perché, puntualizza Martinelli, "è una cosa necessaria per poter ottenere la certificazione europea di un prodotto. L'ateneo dovrà dunque illustrare come e dove è nato l'arrosticino, come si è sviluppato e, soprattutto, come si è evoluto. Lo scopo finale - conclude - sarà anche il ripopolamento di capi ovini in Abruzzo, per poter tornare a riallevare pecore autoctone e ripopolare i nostri monti". 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'arrosticino verso la certificazione europea Dop, gli allevatori ci credono

IlPescara è in caricamento