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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Tentato omicidio in piazza Salotto: confermato il fermo di Pecorale, per il gip c'è il rischio di reiterazione del reato

Parole dure quelle del giudice per le indagini preliminari che parla anche di pericolo di fuga: "Compiva atti univoci diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di Rosado Guzman Yelfry"

Federico Pecorale resta in carcere perché c'è pericolo di fuga e “soprattutto è grave il pericolo di reiterazione di reati della stessa indole”. E' quanto si legge nel dispositivo di conferma del fermo nei confronti del 29enne originario di Montesilvano residente in Svizzera, accusato di tentato omicidio aggravato dai futili motivi e uso e detenzione abusiva di arma da fuoco per l'aggressione ai danni di Yelfri Guzman, avvenuta poco dopo le 14 dentro Casa Rustì in piazza Salotto. “Al momento si può affermare che il grave fatto di sangue è maturato in un contesto totalmente eccentrico rispetto alla sequenza degli avvenimenti”, si legge nel dispositivo in cui si sottolinea che “accresce l'allarme sociale il fatto che Pecorale, privo di autorizzazione girasse armato e pronto a sparare. Raggela perché evoca particolare spietatezza anche il fotogramma del filmato che mostra l'uomo nell'atto esplodere un colpo di pistola contro la persona offesa anche quando l'inserviente è già ferito a terra. Rosado è in pericolo di vita e se si salvasse è concreto il rischio di menomazioni gravi e permanenti alla colonna vertebrale”.

Per il gip di Pesaro Giacomo Gasparini che ha confermato la detenzione in carcere, nello specifico quello di Ancona, Pecorale “compiva atti univoci diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di Rosado Guzman Yelfry”. A portare alla decisione anche altre ragioni a cominciare da quello che è stato trovato nella sua camera d'albergo e che lo identificherebbero senza alcun dubbio come l'aggressore. "Colpisce negativamente pure la sostanziale freddezza con cui egli ha passato le ore immediatamente successive al delitto organizzando ed eseguendo un piano di fuga che avrebbe anche potuto avere successo dato che egli stato bloccato a qualche centinaio di chilometri da Pescara - scrive ancora il gip -. Egualmente negativa è la valutazione dei motivi a delinquere. Trattasi di circostanze così sproporzionate tra loro da indurre a pensare che nel tempo Pecorale sia giunto a erigere una gerarchia di valori in cui all'apice ci sono lui e le sue aspettave-pretese a cui il prossimo deve adeguarsi a tutti i costi”. Per quanto riguarda la condizione psicologica dell'indagato il suo legale, Florenzo Coletti, ha confermato la volontà di richiedere una perizia psichiatrica, mentre per quanto riguarda la documentazione medica arrivata dalla Svizzera, specifica il gip, la si potrà prendere in considerazione solo una volta tradotta dal francese. Un tema questo che comunque, si legge sempre nel documento firmato dal gip, “andrà sicuramente approfondito”.

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