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Cronaca

Niente aumenti per le aziende: contro il consorzio di bonifica centro davanti al Tar vincono gli agricoltori

Il tribunale regionale amministrativo ha annullato la delibera sugli aumenti dei contributi, per la consigliera regionale Sara Marcozzi si tratta di una "sentenza storica": sarà ora il giudice tributario a decidere sugli eventuali rimborsi

Niente più aumenti per il contributo di bonifica suppletivo 2021 e quello ordinario 2022 decisi dal Consorzio di Bonifica Centro: il Tar (Tribunale amministrativo regionale) ha annullato la delibera con cui erano stati decisi dichiarandone illegittimi i presupposti. A riportare la notizia è l'agenzia Ansa e ad esprimere soddisfazione sono le aziende che hanno vinto la loro battaglia. Una vittoria che si traduce nel vuol non dover pagare sottolineano gli agricoltori, le perdite che il consorzio subisce nelle gestioni speciali né a causa dei mancati introiti di Aca e Comune di Chieti.

Il tribunale ha anche evidenziato che non è pensabile che “il consorzio debba perseguire l’obiettivo del pareggio di bilancio avvalendosi dei soli contributi dei privati proprietari consorziati agricoli ed extra-agricoli” poiché tale scelta finirebbe per rendere “virtuale e non reale il parametro di legge della proporzionalità del contributo al beneficio”. Censurata anche la scelta del consorzio di addebitare tutti gli incrementi di costi alla sola contribuenza privata, tenendo indenne gli altri enti pubblici beneficiari della sua attività.

“A questo punto – commenta il comitato Bonifica sostenibile - attendiamo di ricevere la convocazione da parte della Regione Abruzzo che fino ad oggi era in attesa della sentenza del Tar, per rendere concreti ed operativi i principi che il tribunale ha indicato”.

Parla di “sentenza dirompente” la consigliera regionale Sara Marcozzi. Gli aumenti, ricorda, ammontavano al 70 per cento sulla contribuzione extra agricola e al 20 per cento su quella agricola.

“Viene riconosciuto il fatto che le perdite del consorzio non possano ricadere interamente sulle spalle dei privati proprietari consorziati, lasciando indenni altri enti pubblici – dichiara Marcozzi -. È una sentenza storica, che deve essere colta come punto di ripartenza nella gestione completa dei consorzi di bonifica e più in generale, dell'acqua in Abruzzo. Per questo, oggi più che mai, è urgente istituire la VI commissione dedicata al sistema idrico regionale. Il recepimento della sentenza e la necessità di intervenire in maniera definitiva, superando il commissariamento dei consorzi, impongono di accelerare. La mia proposta è già depositata in consiglio regionale, basta solo incardinarla nei lavori in aula. E non c'è altro tempo da perdere”.

L'occasione per Marcozzi per ricordare quanto fatto con la commissione d'inchiesta sull'emergenza idrica che ha presieduto. “Nelle audizioni che abbiamo svolto abbiamo affrontato il tema degli aumenti subiti dai consorziati. Quanto disposto dal Tar stabilisce le ragioni del ricorso in oggetto, e richiama l'attenzione della Regione, che deve tenere conto delle conseguenze. È chiaro, però, che serva una visione d'insieme. Continuare a vedere l'acqua come un insieme di territori separati e compartimenti stagni è antistorico e scoveniente. Sei società di gestione del servizio idrico integrato, cinque consorzi di bonifica, Ersi, Arap: le sfide del presente impongono una razionalizzazione. Per questo – conclude la consigliera regionale - serve un presidio fisso come la VI Commissione che faccia ordine su tutto il sistema idrico. La relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'emergenza idrica è un ottimo punto di partenza e un vantaggio competitivo. Sprecare questa occasione sarebbe un errore imperdonabile, soprattutto alla luce di questa sentenza”.

Al Tar si erano rivolte diverse aziende agricole e agricoltori singoli del Pescarese (in testa l'azienda agricola Valentini di Loreto Aprutino con Gabriele Valentini membro fondatore del comitato Bonifica sostenibile e il padre Francesco Paolo membro attivo del comitato in tutte le azioni istituzionali), difesi dagli avvocati Patrizia Silvestri e Alfonso Vasile, impugnando la determina commissariale con cui il consorzio aveva deciso gli aumenti. Ora spetterà al giudice tributario, cui i ricorrenti si sono rivolti, annullare le cartelle esattoriali nel frattempo fatte emettere dal consorzio e notificate.

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