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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Formamentees, la prima azienda italiana di t shirt che diventano opere d'arte

La start up pescarese, nata nel 2013, realizza e vende sul web t-shirt decorate da grafici e artisti, completamente made in Italy. Obiettivi per il futuro sono la creazione della linea di felpe e l'apertura del primo concept store ibrido, dal digitale all'analogico

Più di semplici t-shirt, poco meno di opere d'arte: sono le creazioni di Formamentees, start up nata nel 2013, che dal mese di maggio ha occupato il suo attuale quartier generale, in corso Vittorio Emanuele, a Pescara. Mente, cuore e amministratore della società è Vincenzo D'Acchioli, 51 anni all'anagrafe, ma uno spirito di gran lunga più giovane. Obbligato a doversi reinventare alla soglia del mezzo secolo di vita, è stata sua l'idea di puntare su un prodotto di qualità, unico nel suo genere, completamente realizzato in Italia ma ad un costo accessibile, e interamente venduto e promosso sul web.


Originario di Pescara, nato ad Ascoli Piceno, Vincenzo si è laureato in Chimica in Abruzzo, per poi iniziare una carriera prima in Fater, poi, dal 1994, in Procter & Gamble. Il lavoro l'ha portato per 8 anni in Germania e per 3 in Giappone. Fino a che, due anni fa, la vita l'ha riportato in Italia, in Abruzzo, dove nel giro di poco si è trasformato in imprenditore con tre chiodi fissi: il Made in Italy, il digitale e il rispetto delle regole. Merito della passione "per la creatività in genere" e dell'amicizia con Ghigo Tavarner, cofondatore di brand nati in Abruzzo e diventati famosi in tutto il mondo, come Miss Sixty ed Energie. “È stato lui ad ispirarmi – confessa Vincenzo – segue quello che facciamo e mi ha dato molti consigli utili”.

L’obiettivo di Formamentees, oltre al profitto, è quello di comunicare attraverso una t-shirt. Un capo semplice, adatto ad ogni età, arricchito da messaggi unici. “Compriamo le opere d’arte – spiega l’imprenditore – in modo da detenere l’esclusiva per tutti i capi di abbigliamento, dunque anche le scarpe su tela, senza limiti di tempo. Così promuoviamo gli artisti, per l’80 per cento italiani e in particolare abruzzesi, e possiamo proporre un prodotto diverso dal solito, ma accessibile a molti”.

Ma che cosa differenzia queste t-shirt da quelle già sul mercato? “La nostra produzione è completamente made in Italy – precisa l’amministratore – dunque scegliamo i tessuti, controlliamo i fornitori, le certificazioni ambientali. Ci distingue la creatività: le stampe sono artwork che noi acquistiamo e promuoviamo sul sito. La t-shirt diventa una vera e propria tavolozza. Gli artisti, però, non vengono dal campo della moda, ma da altri settori: questo ci distingue dai competitor. Inoltre cerchiamo di seguire diversi filoni, tentando di non essere mai banali”.

Attualmente le proposte sono oltre 250 e i prezzi variano fra i 25 e i 32 euro. Gli artisti, alcuni contattati direttamente da Formamentees, altri autocandidati ad una collaborazione, hanno mediamente 26 anni. Una fascia di età che strizza l’occhio al target dell’azienda, giovani fra i 18 e i 25 anni, ma non solo, visto che la vendita al momento è solo digitale, “e non tutti i ragazzi italiani hanno una carta di credito per fare shopping online”, osserva Vincenzo.

“In Italia è più difficile – aggiunge - perché l’e-commerce è ancora poco diffuso, ma noi crediamo molto nel progetto, perché valorizza il made in Italy e perché ci sono 6 teste che lavorano con Formamentees e per Formamentees. Quando ho avuto questa idea, l’obiettivo era creare qualcosa per il futuro”. Senza trascurare il futuro degli altri. “Qui lavorano 4 persone, regolarmente assunte e retribuite. Così come gli artisti sono pagati immediatamente per gli artwork (in media fra gli 80 e i 500 euro, in base all’opera e alle quotazioni, ndc) e spesso – racconta -  si stupiscono di questo. Ma noi abbiamo un comportamento etico e per me è motivo di orgoglio far lavorare persone giovani”. Nel raccontare la sua esperienza da neo imprenditore, però, Vincenzo D’Acchioli non risparmia qualche critica a suoi colleghi più noti: “Non farei mai l’imprenditore come il patron di Eataly (Oscar Farinetti, ndc): noi vogliamo fare impresa nel rispetto delle regole”.

Nonostante l’immenso entusiasmo per il lavoro dei più giovani, il patron di Formamentees non lesina punzecchiature ad alcuni di loro: “Molti artisti che ho incontrato – racconta – sono pieni di talento, ma non accettano critiche, ci restano male se gli vengono fatte osservazioni. Io ho accettato di reinventarmi a 50 anni, ogni tanto bisogna fermarsi ed ascoltare anche gli altri”. Sulle potenzialità delle nuove generazioni, Vincenzo non ha dubbi: “Ci sono ottime risorse giovani. Ma ai ragazzi manca la passione per quello che stanno facendo. L’università non dà un’educazione strategica, non insegna il senso critico”.

Gli obiettivi per il futuro sono chiari: andare avanti il più a lungo possibile e lanciare le felpe Formamentees, che seguiranno la stessa filosofia delle t-shirt e dovrebbero essere in vendita già dalla prossima primavera. Nei programmi dell’azienda, inoltre, c’è l’apertura del primo concept store, a Pescara, per fare il grande passo dal digitale all’analogico. “Siamo la prima azienda italiana che ha iniziato in digitale per passare solo in seguito alla promozione analogica”, spiega Vincenzo. La prima apparizione sui mezzi tradizionali è già prevista: nel numero di gennaio di Crackers, free press di settore da 60mila copie diffuso in tutta Europa, Formamentees sarà protagonista di terza e quarta di copertina. Ma il digitale resta il chiodo fisso dell’imprenditore pescarese, pieno di idee e forte dell’esperienza all’estero: “Il mio sogno è quello di creare un negozio ibrido, di 30-40 metri quadrati, nella nostra città. Pescara ha sempre avuto bellissimi negozi, anche nei momenti di crisi”. E Formamentees vuole tenere alta questa tradizione.

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