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Cronaca Silvi marina

Silvi, Cooperativa Laser a Napolitano: "Ci aiuti a restare in piedi"

A rischio chiusura la Cooperativa Laser che rivolge un appello al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. A determinare la chiusura dell'impresa è soltanto un inghippo burocratico

La burocrazia in alcuni casi è necessaria ed in altri casi letale. Potrebbe essere letale per la Cooperativa Laser che si è vista crollare le fondamenta dell'impresa che lavora nel settore dell'assistenza anziani e disabili per un semplice inghippo burocratico. L'azienda chiede così aiuto al Presidente della Repubblica poiché nella cooperativa lavorano 83 donne  che assistono oltre 100 anziani, 150 ragazzi e minori, 105 persone diversamente abili.

La cooperativa Laser ha una lunga storia ed è una delle imprese più virtuose della zona teramana. I membri della cooperativa hanno deciso di lottare con tutte le loro forze per evitarne la chiusura ed hanno dunque scritto una lettera al Presidente della Repubblica presentata ieri in conferenza stampa a Silvi. Alla conferenza stampa hanno partecipato Anna Ruggieri, presidente della cooperativa, assistita dal legale della Laser, l’avvocato di Teramo Vincenzo De Nardis. Presenti Gaetano Vallescura e Luciano Monticelli, sindaci di Silvi e di Pineto, e l’assessore Umberto Italiani per il comune di Atri.

I fatti risalgono al lontano 1991 quando  l’Inps contestò una serie di violazioni previdenziali alla cooperativa richiedendo loro una somma che ad oggi si attesta a circa 400 mila euro. Questa somma non è stata mai pagata dalla cooperativa che si avvaleva della famosa legge Mattucci sull'occupazione giovanile (Legge Regionale n. 63 del 1986) che, secondo la Laser, esentava determinate cooperative sociali dal versamento dei contributi previdenziali dei soci. Anche una direttiva del ministero del Lavoro del 2000 esentava le cooperative sociali al pagamento dei contributi previdenziali dei dipendenti. Infine una Direttiva del 2001del Direttore Generale dell’Inps invitava gli uffici territoriali ad adeguarsi alle indicazioni ministeriali. Ciò non è bastato per salvare la cooperativa dal pagamento dell'ingente somma di 400 mila euro che sa per determinarne la chiusura. Per i membri ed i dirigenti della cooperativa solo l'intervento del Presidente Napolitano potrebbe salvare 83 posti di lavoro ed una realtà che da sempre si è distinta nel sociale.

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