rotate-mobile
Cronaca

Mercatino etnico, Fiva: "Integrazione tra commercianti italiani e senegalesi"

L'associazione ribadisce di essere contro ogni forma di discriminazione, ma al tempo stesso di pretendere che da tutti si osservi il rispetto delle regole. E l'accesso al bando "dovrebbe essere esteso a tutti gli operatori"

In relazione alla vicenda riguardante lo sgombero del mercato etnico dell’area di risulta, l’Associazione Provinciale Ambulanti FIVA/Confcommercio, di concerto con la stessa Confcommercio, intende ribadire, come già sostenuto in passato, di essere "contro ogni forma di discriminazione, ma al tempo stesso di pretendere che da tutti si osservi il rispetto delle regole. Se infatti, da qualunque parte esso provenga, un mercato o un settore commerciale possano in qualche modo alimentare abusivismo, contraffazione e irregolarità amministrative, dev’essere adottato uno stesso metro di giudizio per tutti".

FIVA/Confcommercio, nel ricordare che nella sola città di Pescara si tengono ben otto mercati settimanali, rinnova quindi l’invito ai colleghi senegalesi ad unirsi "agli operatori locali, che offrono la più totale disponibilità per la piena integrazione all’interno delle aree mercatali istituite e riconosciute dal Comune ma anche dalle Amministrazioni degli altri Comuni limitrofi".

L’Associazione ritiene altresì poco gratificante il fatto che venga creato un mercatino etnico posizionato in un’area fissa e prestabilita, e addirittura limitata nei contenuti e nell’estensione.

E in ogni caso, qualora ciò accadesse, l’accesso al bando "dovrebbe essere esteso a tutti gli operatori, senza identificare una categoria merceologica specifica (in tal caso il cosiddetto “etnico”), garantendo così una migliore e più variegata offerta anche per i consumatori. Quindi, lotta ad abusivismo e contraffazione, obbligo di regolarizzazione delle licenze e di versamento del Canone di Occupazione Suolo Pubblico (COSAP) da parte di tutti gli ambulanti, restano priorità assolute che non conoscono né etnie né discriminazioni. Questo al fine della tutela degli operatori commerciali, sia dei negozi tradizionali che dei mercati ambulanti, che purtroppo sono spesso costretti a subire una vera e propria concorrenza sleale da chi propone prodotti contraffatti senza essere in regola né dal punto di vista amministrativo né da quello fiscale, ma anche della stessa clientela, che potrebbe quindi acquistare i prodotti di proprio interesse, ma finalmente garantiti nella qualità e nella manifattura".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Mercatino etnico, Fiva: "Integrazione tra commercianti italiani e senegalesi"

IlPescara è in caricamento