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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Centro

Sequestro ed estorsione di un odontotecnico: in arresto tre dei quattro indagati

Arrestati tre uomini accusati di sequestro ed estorsione ai danni di un odontotecnico di Pescara. Lo hanno minacciato presso il suo studio, armati di pistola, per costringerlo a firmare due atti liberatori relativi ad un pignoramento

I carabinieri di Pescara hanno arrestato tre persone accusate del sequestro di un odontotecnico pescarese, avvenuto presso il suo studio in centro, al fine di estorcergli la firma di due atti liberatori relativi ad un procedimento di pignoramento. Una quarta persona è ancora a piede libero, la stanno tuttora ricercando.

L'odontotecnico ha sporto denuncia il 1° Febbraio 2009. Le misure cautelari sono state emesse dal Giudice per le indagini preliminari Guido Campli dietro richiesta del PM Barbara del Bono.

Questi i nomi degli arrestati, tutti con precedenti per reati contro il patrimonio e per droga: Alessandro D'Amico di 33 anni, Claudio Stella, 45enne, originario di Pineto (TE), Marco Cacciafiori, 40 anni di Cappelle sul Tavo (PE). Il quarto ancora in libertà è Luigi Pace, 45 anni, anch'egli di Pineto (TE).

L'episodio ha origine nel 2006, dopo l'acquisto di un'automobile Volvo, venduta all'odontotecnico dalla madre di uno degli arrestati, Alessandro D'Amico. Appena dopo aver comprato il mezzo, l'odontotecnico ne avrebbe subito il furto, ma l'assicurazione anzichè risarcire lui, avrebbe pagato il corrispettivo alla madre del D'Amico, poichè la stessa non aveva portato a termine le pratiche per il passaggio di proprietà della macchina.

L'odontotecnico, a quel punto, avrebbe avviato le procedure legali per ottenere la somma dovuta dall'assicurazione, con tanto di richiesta di pignoramento, in quanto la donna, nonostante avesse promesso la restituzione di quel denaro, di fatto non l'aveva mai pagata.

A seguito di ciò, si sarebbe arrivati al sequestro ed estorsione. Dapprima Luigi Pace, conoscente del D'Amico, avrebbe contattato l'odontotecnico per una visita professionale, fissando così un appuntamento. In tale data, Pace, si sarebbe presentato allo studio inizialmente da solo, poi con una scusa si sarebbe allontanato per ritornare assieme a due sconoscuti con le mani coperte da guanti di lattice. Infine, una volta accerchiato, pistola alla mano, lo avrebbero costretto a firmare gli atti liberatori.
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