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Cronaca

Sentenza Rigopiano, l'avvocato di parte civile D'Agostino: "Un processo partito male, con il depistaggio poteva andare diversamente"

La legale che nell'iter giudiziario cura gli interessi di Rossella Del Rosso, sorella di Roberto proprietario dell'alberto e morto nella tragedia dice la sua sulla sentenza di primo grado in attesa di leggerne le motivazioni

“Purtroppo è un processo iniziato male sin dalle prime fasi di indagine, funestato da contrasti all'interno degli stessi organi di polizia giudiziaria che indagavano e infine deragliato in un procedimento parallelo per depistaggio per fatti che, invece, erano strettamente connessi al processo principale e che avrebbero potuto, qualora presenti nel perimetro di vaglio del giudicante, fare la differenza”.
Questo il commento riportato dall'agenzia Ansa dell'avvocato Patrizia D'Agostino sulla sentenza del processo di Rigopiano. Secondo il difensore di parte civile di Rossella Del Rosso, sorella di Roberto, il proprietario dell'hotel travolto dalla valanga e dove 29 persone il 18 gennaio 2017 persero la vita, “dalla lettura del dispositivo, il nesso causale tra evento e condotte penalmente rilevanti sembrerebbe ristretto alla sola fase emergenziale il che, seppur coerente da un punto di vista processuale, contrasta con l'orientamento della procura che, sin dalle prime fase di indagini, ha ritenuto di escludere dal perimetro delle responsabilità i vertici della protezione civile regionale, fortemente coinvolta, invece, negli eventi che caratterizzavano quei giorni in Abruzzo. Questa assenza ha comportato la condanna solo per alcune responsabilità marginali dell'intera vicenda”.
Un tema questo su cui si è espresso il procuratore capo Giuseppe Bellelli che l'accusa l'ha portata avanti durante, definendo la tesi una “fake news” e l'atteggiamento di chi la sostiene “irresponsabile”.

“Leggeremo le motivazioni di tali scelte – aggiunge D'Agostino - principalmente per comprendere il perché non siano state considerate penalmente rilevanti le condotte rilevanti nella fase dei soccorsi, specialmente per coloro che, pur a conoscenza del dramma che si stava consumando a Rigopiano, sollecitati in ogni modo sin dalle prime ore della mattina del 18 gennaio (da Rossella Del Rosso in Provincia e da Gabriele D'Angelo con le telefonate al Coc di Penne e in Prefettura), pur potendosi attivare sin dalla mattina per prestare soccorso ed evacuare la struttura, non sono stati ritenuti responsabili per le loro azioni”

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