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Cronaca

Sansificio, il Tar da ragione a Schiavone: "Può riaprire"

Il Tar ha sospeso l'ordinanza del sindaco Alessandrini che ha imposto la chiusura del sansificio da una ventina di giorni, per i presunti malori registrati dai dipendenti Attiva per i fumi dell'azienda

Il sansificio può riaprire. Il Tar infatti, ha accolto la richiesta presentata dai titolari dell'attività dopo l'ordinanza di chiusura imposta dal sindaco Alessandrini il 2 aprile scorso, a seguito di alcuni malori avuti da dipendenti Attiva che lavoravano nel piazzale attiguo al sansificio.

La società Schiavone Biocalore Srl ha accolto positivamente la notizia, sottolineando come l'ordinanza del primo cittadino sia stata emanata sull'onda della psicosi collettiva riguardante un presunto inquinamento ambientale provocato dal sansificio.

"Nonostante l'impianto fosse fermo dal 2 aprile a seguito dell'ordinanza, alcune associazioni avevano presentato un esposto alla Polizia Provinciale accusando che, in violazione dell'ordinanza, il sansificio avrebbe funzionato di notte bruciando rifiuti pericolosi e generando miasmi asfissianti.

La Polizia Provinciale, effettuato il sopralluogo il 13 aprile, aveva constatato che l'impianto non era mai stato messo in funzione dopo la chiusura disposta dal sindaco. La sospensione disposta dal Ta deve essere di monito nei confronti di quanti troppo frettolosamente avevano gridato all'inquinamento dell'ambiente. La Società Schiavone per i frantoi regionali è un centro di riferimento per il conferimento della sansa estratta dalla molitura dell'olio. Dalla sansa acquistata la Biocalore ricava principalmente sansa esausta, venduta quale combustibile ecologico e non inquinante per il riscaldamento nelle abitazioni" ha dichiarato l'azienda, aggiungendo che sono stati investiti circa 100 mila euro per migliorare il sistema di filtraggio dei fumi.

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