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Cronaca

Rubano tre giochi da tavolo tra le macerie dell'hotel Rigopiano e si scattano un selfie: coppia in manette

Un gesto inspiegabile e macabro quello compiuto dai due sorpresi dai carabinieri e identificati grazie alle videocamere di sorveglianza: per loro scattata anche la denuncia per violazione dei sigilli

C'è del macabro in ciò che è accaduto all'Hotel Rigopiano: due persone sono state arrestate per aver trafugato dal luogo della tragedia tre giochi da tavolo ed aver anche immortalato il momento con dei selfie. Un gesto raccapricciante che gli è costato l'arresto e, si spera, anche un po' di consapevolezza su cosa significhi quel luogo per chi ha lasciato sotto quelle stesse macerie gli affetti più cari. A bloccarli e intercettarli sono stati i carabinieri forestali della stazione Parco di Farindola supportati dai colleghi della stazione Parco di Castelli (Teramo) e i colleghi dell'Arma territoriale della stazione di Penne. I due, una coppia, sono stati identificati e ammanettati per furto aggravato in concorso, ma sono stati anche denunciati per violazione dei sigilli. La zona è tutt'ora sotto sequestro; nonostante questo, forse per portare a casa un feticcio della tragedia o semplicemente per compiere un gesto che senso non ne ha, i due sono comunque entrati.

A notarli è stato il comandante della stazione carabinieri Parco di Farindola che, libero dal servizio e in abiti civili, si è trovato a passare in zona notando e bloccando i due ragazzi che si aggiravano nei pressi dell'area dell'hotel. Quindi la scoperta, grazie alle immagini del circuito di video sorveglianza, che non contenti di aver già violato una disposizione di legge, si sono messi a rovistare tra gli oggetti presenti in quella che era la sala da biliardo dell'hotel portando via i giochi da tavolo. Non contenti si sono fatti anche dei selfie per immortalare il momento. Per i due sono scattate le manette. Hanno trascorso la notte nelle camere di sicurezza della compagnia carabinieri di Penne. Questa mattina sono stati portati nel tribunale di Pescara per l'udienza di convalida dell'arresto in stato di libertà con rito direttissimo.

Non il primo caso registrato sul luogo. Già nel 2017, pochi mesi dopo la tragedia, arrivarono le prime denunce di chi anadava sul posto a farsi i selfie diventando addirittura meta della paquestta per molti negli anni a seguire. 

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