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Cronaca

Nuovo rinvio per il processo Rigopiano, i familiari delle vittime: "A certa gente non interessa nulla"

E per questa ragione esplode nuovamente la rabbia dei familiari delle 29 vittime

Nuovo rinvio nel tribunale di Pescara per l'udienza relativa al processo sul disastro dell'hotel Rigopiano di Farindola.
E per questa ragione esplode nuovamente la rabbia dei familiari delle 29 vittime. 

Chi piange il proprio caro non riesce ad accettare questa situazione nella quale il processo sembra lontanissimo, se non dalla conclusione almeno dal suo sviluppo.

«Ho perso la mia unica figlia. Non sono più padre, non diventerò mai nonno. A questa gente (dice indicando l'aula dove è stato appena deciso l'ennesimo rinvio) non interessa nulla. E il mio dolore, il nostro dolore. Mica il loro», dice all'Adnkronos, Mario Tinari, il papà di Jessica morta a 24 anni sotto la slavina che il 18 gennaio 2017 ha travolto l'hotel Rigopiano.

«Mio figlio aveva fatto 40 anni da poco, era un poliziotto. Ha sempre servito lo Stato, rischiando la vita, ed è morto mentre era in una vacanza di due giorni per festeggiare con la moglie il compleanno del figlio che si è salvato. Stava giocando con il tablet sulle gambe del padre, un altro bambino lo ha chiamato per andare a giocare nella sala giochi, così almeno lui è ancora con noi», racconta Loredana Lazzari, mamma di Domenico di Michelangelo, mentre mostra la foto del figlio in divisa, «io e mio marito non vedremo giustizia, ma resteranno a vigilare i miei figli e mio nipote, il bambino che hanno lasciato e che oggi ha 7 anni. So per certo che ci sarà anche lui a far di tutto che giustizia sia fatta».

«Eravamo già a conoscenza di questo rinvio», dice Angela Spezialetti, mamma di Cecilia morta a 24 anni, «il problema è che non si rendono conto che sono morte 29 persone, tutti giovani, sia ospiti che dipendenti dell'hotel, bloccati da tre metri di neve. Dicevano "tanto stanno su al caldo". No, stavano su e sono morti. Avevano paura. L'ho sentito dalla voce di mia figlia».
«Io vengo dall'Umbria, da Terni», aggiunge Antonella Pastorelli, mamma di Alessandro Riccetti che a Rigopiano lavorava, «mio figlio si faceva 250 chilometri per andare lì, ma dopo l'impiego in Germania lì almeno gli sembrava casa, l'Italia, un paradiso, e invece si è rivelato la sua tomba».

«Mia figlia Ilaria é la più piccola delle vittime, era la cuoca del resort. Ventidue anni aveva. Anche lei si faceva tanti chilometri per andare a lavorare», interviene Mariangela Di Giorgio. Dietro di loro, stravolta dal dolore, c'è Diana Anniballi, mamma di Valentina Cicioni che, in vacanza con uno dei pochi superstiti, il marito Giampaolo Matrone, ha lasciato la piccola Gaia: «Quei giorni la bambina era con me. Una pena doppia, vederla crescere senza la mamma somiglia sempre più a mia figlia, e il dolore per il suo dolore cresce ogni giorno di più».

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