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Cronaca

Prodotti lattiero caseari (150 chili) con etichette irregolari confiscati dalla Asl e donati alla Caritas

La scoperta nel corso di un’ordinaria attività di controllo del servizio veterinario della Asl di Pescara si è trasformata in lotta allo spreco alimentare

Sono in totale 150 i chili di prodotti lattiero caseari confiscati a seguito di un controllo ordinario eseguito dal servizio veterinario della igiene degli alimenti di origine animale della Asl di Pescara diretto da Fabrizio Lodi. 
I controlli sono stati eseguiti in divese imprese alimentari: punti vendita di prodotti lattiero caseari, macellerie, supermercati, pizzerie.

I prodotti lattiero caseari sono stati sequestrati perché rinvenuti privi, sulle etichette, del numero di riconoscimento dello stabilimento di produzione, ai sensi del regolamento Ce numero 853/2004.

Trattandosi di vendita fuori ambito locale e non essendo presente il bollo Ce sulle confezioni, (obbligatorio per tutti gli operatori del settore alimentare quando commercializzano alimenti di origine animale e li rivendono in aree geografiche esterne alla provincia di produzione e alle province limitrofe) il servizio ha proceduto al fermo ufficiale (per sospetta non conformità) ai sensi dell’articolo 137 comma 3, lett b) regolamento Ue numero 625/2017 in attesa di produzioni documentali.

Non essendo stata prodotta alcuna documentazione attestante il possesso del bollo Ce da parte dell’impresa alimentare, è stato deciso, quindi, di non procedere alla distruzione della merce (ai sensi dell’articolo 138 regolamento Ue numero 625/2017), bensì a confisca della stessa (ai sensi dell’articolo 20 comma 3, legge numero 689/1981).

Come si legge in una nota della Asl, "il giudizio di sicurezza alimentare per i prodotti sequestrati, dichiarato dal dirigente veterinario presente all’accertamento, ha fatto sì che tutti i gli alimenti oggetto di sequestro potessero essere riutilizzati e pertanto si è deciso di contattare la Caritas per organizzare il ritiro e l’avviamento al consumo nella locale mensa. L’intervento, accolto dai responsabili della Caritas come un gesto di beneficenza, in realtà è stato il frutto dell’impegno, dello spirito collaborativo, della responsabilità dell’organo di vigilanza che, con competenza, ha evitato di procedere nella maniera più rapida, ossia con l’avvio alla distruzione, trovando il modo di recuperare quei beni che rispondevano ai requisiti di sicurezza alimentare. Non è stata una scelta di facile attuazione anche dal punto di vista pratico: i prodotti lattiero caseari non sono stati sequestrati in un’unica impresa alimentare, ed è stato lo stesso personale della ASL, dopo aver effettuato le relative confische, a procedere, in accordo con la Caritas locale, al successivo ritiro e alla consegna delle merci alla struttura di assistenza e beneficenza. L’impatto sociale e i benefici tratti da questa operazione sono stati importantissimi: in primis la tutela della salute umana e il rispetto dei valori di legalità e di solidarietà e poi il contenimento dello spreco alimentare".

Così conclude la nota della Asl: "Il ruolo dell’autorità competente, rappresentata dal servizio veterinario, si inserisce in modo perfetto nel principio “One Health” con l’intento di salvaguardare l’uomo, gli animali e l’ambiente facendo proprio il concetto di recupero delle sostanze alimentari. (Per “One Health” si intendono "gli sforzi collaborativi di più discipline che lavorano a livello locale, nazionale e globale, per raggiungere una salute ottimale per le persone, gli animali e il nostro ambiente" – definizione dalla Task Force One Health Initiative). Lo spreco alimentare è un tema molto sensibile: ogni anno circa un terzo del cibo commestibile, pari a 1,3 miliardi di tonnellate, viene sprecato (dati Fstt 2020), cifre da capogiro soprattutto quando il tema dello spreco alimentare rientra in quello della fame nel mondo.

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