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Cronaca

Nuovo rinvio per il processo su Rigopiano, il disappunto dei familiari delle vittime: "Noi non scioperiamo"

Il processo, davanti al Gup (giudice per l'udienza preliminare) Gianluca Sarandrea è stato rinviato al prossimo 9 novembre a causa dello sciopero degli avvocati di Avezzano

Nuovo slittamento, al prossimo 9 novembre, per il processo relativo alla tragedia dell'hotel Rigopiano di Farindola davanti al gup del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea.
L'albergo venne travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che causò la morte di 29 persone.

L'udienza di questa mattina (mercoledì 26 ottobre) è servita solo per ufficializzare il rinvio dovuto allo sciopero degli avvocati del foro di Avezzano, che protestano contro la mancanza di personale del tribunale locale.

Due legali impegnati nel processo Rigopiano fanno parte del foro di Avezzano e dunque aderiscono all’astensione dal lavoro. Sulla richiesta di differimento presentata dai due avvocati per legittimo impedimento, il procuratore capo, Giuseppe Bellelli, non si è opposto ma ha comunque detto: «Chiediamo impegno da parte di ciascuno perché il processo cammini e proceda con maggiore speditezza». Il gup ha accolto l'istanza di differimento e, dopo aver revocato le udienze previste il 27 e il 28 ottobre, ha rinviato dunque il processo al 9 novembre. L'udienza di oggi era la prima di una tre giorni consecutivi dedicata solo alla discussione della perizia dei quattro consulenti, gli ingegneri Claudio e Marco Di Prisco, il nivologo Daniele Bocchiola e il professor Giovanni Menduni, tutti del Politecnico di Milano, nominati dal gup per rispondere ad alcuni quesiti riguardanti tra le altre cose, possibili cause di innesco della valanga, i tempi di verificazione, l'entità e i suoi effetti sul territorio, eventuali responsabilità di alcuni pubblici amministratori o tecnici. La discussione dell'elaborato peritale prenderà dunque il via il 9 novembre. A seguire si tornerà in aula il 10, l’11, il 23, il 24 e il 25 novembre e poi il 14, il 15 e il 16 dicembre. Il procedimento giudiziario conta in totale 30 imputati (29 persone e una società), che saranno giudicati con il rito abbreviato.

«Il dolore non sciopera», si legge in una condivisione di ieri (martedì 26 ottobre), «il comitato vittime di Rigopiano domani sarà di nuovo al tribunale di Pescara per ribadire che i 29 Angeli non sciopereranno dato che a loro è stato tolto per sempre questo diritto. Loro pretendono solo giustizia, quella giustizia che deve essere come la Legge, “uguale per tutti” a patto che le udienze vengano celebrate». Poi oggi: «L'incapacità, l'incompetenza e il menefreghismo hanno ucciso i nostri angeli. La giustizia italiana sta uccidendo noi familiari!, "Il dolore non va in prescrizione né si rinvia». Questi gli striscioni dei familiari delle vittime di Rigopiano, che, con indosso magliette bianche con le foto dei loro cari, hanno manifestato la loro amarezza e la loro delusione per l'ennesimo rinvio del processo. «Oltre alla rabbia», dice Paola Ferretti, madre di una delle 29 vittime, «c'è tanta delusione. Ho affidato da subito tutto il mio dolore e la mia disperazione alla legge, pensando che avrei trovato lì qualcuno pronto a proteggerci e a difenderci. E invece no, sono veramente tanto delusa». Sulle parole del procuratore capo Giuseppe Bellelli, che in aula ha chiesto «impegno da parte di ciascuno perché il processo cammini e proceda con maggiore speditezza», la Ferretti sottolinea: «Il pm ha chiesto quello che tutti noi pensiamo e chiediamo da quasi sei anni. È tutto il sistema, però, che permette questo gioco al massacro. È il nostro sistema giudiziario». Sulla sentenza choc dell'Aquila, poi aggiunge: «È una sentenza vergognosa. Non si possono colpevolizzare le vittime». Così Gianluca Tanda, portavoce del comitato dei parenti delle vittime di Rigopiano: «Siamo amareggiati, è l'ennesimo rinvio, siamo arrivati a 15. Abbiamo quasi perso il conto. Speriamo che il processo inizi, noi siamo qui con tanta sete di giustizia».

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