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Cronaca

Processo di Rigopiano, il procuratore Bellelli: "Nessun mistero: c'è un prefetto che lascia cadere nel vuoto una richiesta di aiuto"

Duro l'intervento del procuratore capo cui è affidata la chiusura della requisitoria dell'accusa. Al centro del suo intervento le presunte responsabilità della prefettura anche sul depistaggio delle indagini: c'è attesa per le richieste di condanna che avanzerà

“Parliamo di depistaggio ma non ci sono grandi misteri da svelare. C'era l'inefficienza grave della prefettura, non ci sono grandi depistaggi italiani: non c'è un anarchico che cade dal balcone della questura, non ci sono tracce scomparse dal cielo di Ustica, non c'è una agenda rossa trafugata, non ci sono false molotov nella caserma Diaz . È un prefetto di provincia che lascia cadere nel vuoto una richiesta di aiuto”. 

Parole dure quelle del procuratore capo di Pescara Giuseppe Bellelli riportate dall'agenzia Agi e pronunciate nell'affollata aula dove si sta svolgendo il processo per la tragedia dell'hotel Rigopiano che portò alla morte di 29 persone e per la quale oggi sono 30 gli imputati chiamati a risponderne.

La prefettura al centro dell'ultimo intervento dell'accusa affidato proprio a Bellelli seguito a quello del pubblico ministero Andrea Papalia che delle presunte responsabilità di Regione e della stesa prefettura aveva parlato e quello del pm Anna Benigni che invece aveva ricostruito le presunte responsabilità del Comune di Farindola e della Provincia di Pescara.

Il procuratore capo si è quindi soffermato sulla vicenda del depistaggio che vede imputati l'ex prefetto del capoluogo adriatico Francesco Provolo, e altri prefettizi. Secondo l'accusa a vario titolo, nonostante fossero stati sollecitati a fornire agli investigatori ogni elemento utile alle indagini, avrebbero omesso di riportare nelle loro relazioni, le segnalazioni di soccorso che il 18 gennaio 2017 erano pervenute in prefettura, in particolare da parte del cameriere Gabriele D'Angelo morto nella tragedia. Inoltre ognuno per quanto di competenza, sempre secondo l'accusa, avrbbe cercato di nascondere agli inquirenti anche i brogliacci con le chiamate in arrivo Il procuratore nel corso della requisitoria ha sottolineato che “la ricerca delle responsabilità è mia premura. Lo dobbiamo alle vittime, alla verità”.

Prima di lui a concludere il suo intervento è stato il pm Papalia che già ieri aveva parlato di “fallimento di un intero sistema”. Nella giornata di oggi, come riporta l'Agi, si è soffermato sul capitolo della gestione della fase dell'emergenza da parte della stessa prefettura sottolineando e stigmatizzando i ritardi nell'apertura della Sala operativa e del Centro coordinamento soccorsi (Ccs). “Nel corso delle acquisizioni documentali fatte nell'ambito delle indagini immediatamente avviate subito dopo la tragedia - ha detto il pm - sono state rintracciate due note prefettizie. Una datata 16 gennaio 2017, a firma del capo gabinetto Bianco, inviata alla presidenza del consiglio dei ministri, al ministero dell'interno e per conoscenza al presidente della Regione Abruzzo e alla Sala operativa della protezione civile regionale; l'altra datata 17 gennaio, a firma del prefetto Provolo, inviata alla presidenza del consiglio dei ministri e al ministero dell'interno”.

“In queste note, inviate a seguito dell'allerta meteo – ha spiegato Papalia -, veniva rappresentata dalla Prefettura l'avvenuta attivazione, a partire dalla mattina del 16 gennaio, ore 9, della Sala operativa provinciale di protezione civile e del Centro coordinamento soccorsi. Nella nota del 17 gennaio, a firma del prefetto Provolo, si conferma l'apertura della Sala operativa e del Centro coordinamento. Le indagini e le risultanze investigative hanno dimostrato chiaramente la falsità delle circostanze rappresentate in queste note, che erano finalizzate evidentemente ad attribuire alla Prefettura una apparente tempestività e capacità di intervento nell'emergenza. In realtà - ha concluso - il Centro coordinamento soccorsi e la Sala operativa erano state aperte il 16 gennaio 2017 solo sulla carta, perché l'effettivo insediamento si verificherà il 18 gennaio mattina. La nota era quindi strumentale”. Secondo il pm, la tempestiva attivazione della Sala operativa e del Ccs avrebbe invece garantito tutta una serie di attività finalizzate ad evitare il disastro.

Entro la giornata di oggi dal procuratore Bellelli dovrebbero essere avanzate le richieste di condanna. 

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