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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Processo Rigopiano, la difesa dell'ex prefetto: "Tenuto all'oscuro di tutto, della tragedia ha saputo quando già avvenuta"

Questa la posizione dell'ex prefetto Provolo presentata in aula dall'avvocato Caiazza, con lui si è chiusa la fase dibattimentale: la sentenza slitta di una settimana, ci sarà il 23 febbraio

“Abbiamo dimostrato che le notizie rilevanti in termini di allerta prima e di soluzione dopo, se possibile, del problema rimangono ristrette in una cerchia di persone che non comunica mai con la prefettura, con la struttura del prefetto, nemmeno l'ombra di una di queste informazioni. Purtroppo il prefetto riceve la notizia della tragedia quando la tragedia è avvenuta e dispone immediatamente l'invio della turbina. Questa è la storia di un servitore dello Stato che ha già scontato una pena prima ancora di essere giudicato. Siamo fiduciosi nella forza insuperabile della prova penale che è l'unico faro che deve orientare il giudizio”. In questo passaggio, riportato dall'agenzia Agi, dell'arringa dell'avvocato Gian Domenico Caiazza, la sintesi della difesa del suo assistito: l'ex prefetto di Pescara Francesco Provolo tra i 30 imputati (29 persone fisiche e una società) per la tragedia di Rigopiano.

E' proprio con il suo avvocato che si è conclusa la fase dibattimentale del procedimento di primo grado. Ora inizia il tempo dell'attesa: quello della sentenza che ci sarà non il 17 febbraio, ma il 23 febbraio come deciso dal Gup Gianluca Sarandrea.

“Nessuno – ha ribadito l'avvocato Caiazza - ha mai fatto pervenire nemmeno la più pallida informazione sulla situazione che si andava complicando sulla strada provinciale 8, certamente non il 16 gennaio, perché d'altronde non stava accadendo nulla, non ancora il 17 quando era stata liberata, non il 18 quando invece vi è traccia ampia che il problema comincia a porsi. Si pone però tra soggetti di altri enti che non ne riferiscono in nessun modo né al prefetto né al tavolo, dove pure come enti sono presenti”. “Le notizie relative alle difficoltà fino alla paralisi della provinciale 8 sono conosciute da un ben preciso ristretto numero di persone e quella notizia non esce fuori da quella ristretta cerchia”, ha aggiunto sottolineando che “fino alle 18 del giorno precedente la strada 8 risultava transitabile e transitata. Prefetto e prefettura non sanno nulla. E nulla c'era fino alle 18 se alcuni clienti transitano, accompagnati e scortati”.

Per quanto riguarda la turbina rotta la posizione della difesa non si distanzia molto da quella inerente la mancata pulizia della strada provinciale. “Il prefetto non ha mai saputo che non ci fosse una turbina in grado di aprire la strada. Non gli è stato detto”, ha infatti detto il legale. Nessuna omissione poi ci sarebbe stata nell'attivazione della sala operativa e del Centro coordinamento soccorsi. “Il 16 gennaio il prefetto ordina di attivare la sala operativa e il Ccs con funzione trasporti, circolazione e viabilità”, ha detto ancora spiegando che proprio il 18 gennaio, vista la situazione metereologica, è stata decisa l'attivazione di tuttte le sue funzioni.

Infine l'accusa di depistaggio e cioè quella per cui il prefetto secondo l'accusa avrebbeoccultato il brogliaccio delle segnalazioni del 18 gennaio 2017 per nascondere la chiamata fatta alle 11.38 da una delle 29 vittime. “Il primo brogliaccio – ha detto Caiazza - viene utilizzato il 19 gennaio. Se non ci sono brogliacci, quale sarebbe l'interesse a sottrarre? Se non c'è il brogliaccio come fa ad esserci una sottrazione?”.

“Io spero che questa ricostruzione possa già di per sé valere a restituire onore ad un servitore dello Stato che non ha compiuto nulla che possa essere messo in connessione con questa tragedia, e che ha dato disposizioni precise – ha concluso l'avvocato dell'ex prefetto -, disposizioni che sono state eseguite nel modo che abbiamo ricostruito, che per una qualche parte possono essere considerate non perfettamente aderenti al modello normativo, ma di fatto aderenti nella concretezza”.

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