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Cronaca

Pescara, operazione "Cormorano": 36 arresti per droga

Un'indagine di altissimo livello, durata più di tre anni, che ha portato la Squadra Mobile a sgominare diversi gruppi criminali che si occupavano del traffico di droga nel pescarese ed in altre regioni

p7020007_2Un'indagine lunga, complessa e meticolosa, durata più di tre anni, durante i quali la Squadra Mobile di Pescara ha arrestato 15 corrieri della droga in flagranza di reato, e sequestrato 37 kg di stupefacenti fra cocaina ed eroina, per un valore commerciale di circa 3 milioni di euro.

Si è conclusa oggi, con l'esecuzione di 38 ordinanze di custodia cautelare, firmate dal Gip Campli, l'operazione "Cormorano", che ha permesso di ricostruire una fitta rete di traffico di stupefacenti fra l'Abruzzo, la Campania e la Lombardia. Novantadue le persone indagate.

Il dott. Muriana, dirigente della Squadra Mobile, ha parlato di cinque gruppi criminali principali, in contatto fra loro, che si occupavano di far arrivare grossi quantitativi di stupefacenti sulla piazza pescarese.

Le indagini sono partite nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio del transessuale pescarese Manuela Di Cesare, avvenuto nel 2007. In quel caso, gli inquirenti si sono imbattuti in un rilevante traffico di stupefacenti che, come detto, vedeva coinvolti diversi gruppi di trafficanti e spacciatori, sia locali che di altre regioni.

Fra i destinatari delle misure cautelari, infatti, c'è anche Giocondi Massimo, che si riforniva di cocaina da Napoli.

Proprio di Napoli è uno dei gruppi criminali, capeggiato da Cozzolino Giovanni, detto "Giannino ", che frequentava stabilmente Montesilvano. Proprio nel parcheggio del centro commerciale "Cormorano" avvenivano gli incontri fra Cozzolino ed i  suoi affiliati. L'uomo si faceva aiutare nella sua attività illecita da Cortopasso Federico e da due corrieri, Sagliocco Antonio e Della Sciucca Pietro.

Proprio Cozzolino, assieme ad un corriere, durante uno spostamento in autostrada per compiere i suoi traffici, ebbe un incidente in auto, nel quale il corriere morì e lui stesso rimase gravemente ferito. Durante il periodo di convalescenza, i suoi affiliati si occupavano di mantenere i contatti con il territorio pescarese fino al momento della guarigione, quando Cozzolino ha ripreso l'attività. Addirittura, il clan offriva alla vedova deo corriere morto nell'incidente un vitalizio mensile in denaro come forma di assistenza.

Gli acquirenti di questo gruppo napoletano erano, oltre al Giocondi, Pavone Elisabetta, Padulano Egidio, Mango Gennaro e Palmerini Manolo.

Successive indagini hanno permesso poi di scoprire altri due gruppi criminali di spacciatori che si rifornivano da Cozzolino: un gruppo facente capo al rom Claudio Spinelli, ed un'altro gruppo con a capo Di Risio Claudio. Due clan che si dedicavano allo spaccio sul territorio pescarese, ma anche nell'intera regione ed in alcuni casi nelle regioni limitrofe.

Il gruppo di Spinelli, inoltre, si riforniva da alcuni trafficanti albanesi, che costituivano un altro gruppo molto attivo e pericoloso, capeggiato da Geca Fatmir e Meca Fisnik. Quest'ultimi, infine, rifornivano un altro clan, composto dai fratelli Gargivolo, dalla madre e da altre persone, che cedeva stupefacenti anche alla famiglia di Di Rocco Guerino, che a sua volta si riforniva da Koka Vladimir, personaggio di spicco già conosciuto dalle Forze dell'Ordine ed attualmente ricercato.

Gli inquirenti hanno sottolineato come nel periodo fra il maggio 2007 ed il giugno 2008 siano stati arrestati in diverse situazioni e contesti alcuni corrieri. Addirittura nel giugno 2008, a Viadana (MN), è stato rinvenuto un vero e proprio laboratorio per la lavorazione dell'eroina, tagliata con il paracetamolo.

Questa mattina, durante la perquisizione nell'abitazione di uno degli arrestati, sono stati rinvenuti 173 grammi di cocaina.

Oltre a Koka, è ancora latitante Dokle Endrit.

Fondamentali le intercettazioni telefoniche;  spesso i dialoghi avvenivano con parole in codice.

188 le utenze tenute sotto controllo dalla Polizia.

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