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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Pescara, Omicidio Rigante e ferimento prostituta: usata la stessa arma?

E' solo un sospetto degli inquirenti, ma di certo è una strana coincidenza che a colpire la prostituta nigeriana il 25 aprile e a uccidere Domenico Rigante il 1 maggio sia stata sempre una calibro 38

Una calibro 38 per due fatti di sangue a Pescara.

Per ora si tratta solo di un'ipotesi, ma di certo gli inquirenti, in particolare la Squadra Mobile diretta dal Dott. Muriana, sta lavorando alacremente per capire se ci sono collegamenti diretti fra il tentato omicidio della prostituta nigeriana il 25 aprile e la morte di Domenico Rigante il 1 maggio.

Al centro dell'attenzione l'arma usata per entrambi gli episodi: una calibro 38. Gli inquirenti non hanno recuperato materialmente la/le pistole che hanno sparato, ma grazie all'analisi dei proiettili e delle ogive che verranno condotte dalla Scientifica, si potrà capire se a sparare è stata la stessa arma.

E poi resta il collegamento diretto fra Di Pasquale, arrestato per il tentato omicidio della nigeriana, e il clan Ciarelli. Il giovane è cugino di secondo grado di Massimo Ciarelli e cugino di primo grado dei fratelli Ciarelli accusati di aver partecipato alla spedizione punitiva di via Polacchi. Di Pasquale è lo stalliere della scuderia di cavalli di proprietà della famiglia Ciarelli, e secondo fonti confidenziali, la sera del 1 maggio si trovava in un posto molto vicino al luogo dell'agguato dove ha perso la vita Domenico Rigante.

Per ora Di Pasquale non è indagato per l'omicidio, ma il fatto che fosse finito in Questura per essere fotosegnalato proprio nell'ambito delle indagini per quel delitto lascia intuire che gli inquirenti sospettano un suo coinvolgimento diretto.

Potrebbe dunque essere lui uno dei partecipanti non ancora identificati, o addirittura potrebbe essere sua l'arma che ha ucciso il giovane ultras.

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