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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

“Pescara ha memoria” per ricordare i bombardamenti del '43

La celebrazione si svolgerà domenica 30 agosto nei luoghi più toccati dalle bombe e avrà un'appendice il 31 agosto presso il sacrario delle vittime al cimitero Colli Madonna

Torna per la sua seconda edizione l'iniziativa “Pescara ha memoria”, giornata evento a cura della Presidenza del Consiglio Comunale, in collaborazione con l’ANPI Pescara, per ricordare i bombardamenti del 31 agosto e del 14 settembre di 72 anni fa. La celebrazione si svolgerà domenica 30 agosto dalle 21,15 nei luoghi più toccati dalle bombe e avrà un’appendice il 31 agosto presso il sacrario delle vittime al cimitero Colli Madonna.

La serata avrà tre scenari su cui avverranno tre brevi eventi, il tempo di un particolare ricordo legato al giorno e alla zona. Si comincerà dal muro bombardato della vecchia Stazione alle ore 21,15 con gli interventi istituzionali e la deposizione della corona. In seguito ci si sposterà lungo Corso Vittorio Emanuele, all’angolo con via Trieste, per ripercorrere un ricordo e assistere a una citazione d’epoca recitata dalla voce di Mario Massari. Il clou sarà a Piazza della Rinascita intorno alle 23 con un altro racconto, i saluti finali e la proiezione di un video realizzato dal regista Stefano Falco con immagini d’epoca.

“Quando questa idea è nata – racconta Enzo Fimiani, presidente dell’ANPI di Pescara – volevamo scuotere la memoria della città. L’abbiamo proposta all’Amministrazione che l’ha subito fatta propria con il patto che fosse un primo passo, il primo di una lunga serie di passi capaci di ricostruire il percorso che ci ha portato fin qui da quei giorni. Parliamo di una memoria cruenta, di sangue: Pescara ebbe perdite terribili, ancora oggi per molti aspetti in calcolate. Strutturali per lo più nel primo bombardamento del 31 agosto 1943, umane, sensibilissime, invece, in quello del 14 settembre che fu il più devastante. Abbiamo attinto a diversi libri e a testimonianze della città, le foto, le voci, i ricordi dell’epoca, perché possiamo riscoprirne l’eco e continuare a dargli voce”.

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