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Penne, operazione "Polline e Toro": 2 arresti per spaccio di droga

I Carabinieri della Compagnia di Penne hanno arrestato tre persone. Sono accusati di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. L'operazione, denominata "Polline e Toro", ha portato alla denuncia di alte 8 persone e segnalazione di 19 consumatori

"Polline e Toro": questo il gergo utilizzato fra i giovani pennesi per indicare la qualità dell'hashish spacciato nella città vestina, e per questo i Carabinieri di Penne, coordinati dal Capitano Di Pietro, hanno deciso di denominare in questo modo l'operazione che ha portato nelle ultime ore all'arresto di 2 persone, accusate di spaccio di sostanze stupefacenti, ovvero T. G. residente a Montesilvano, e D.F. D., di Penne, ed al sequestro di 110 grammi hashish. Denunciate anche altre 8 persone, mentre 19 giovani sono stati segnalati alla Prefettura per consumo di stupefacenti.

L'indagine parte a metà del 2008, quando viene arrestato in flagranza di reato F. F., di Penne.

Grazie alla collaborazione di F.F., i militari di Penne sono riusciti a scoprire e sgominare un traffico particolarmente attivo di stupefacenti nella cittadina vestina, risalendo ai fornitori degli stupefacenti, residenti a Cappelle Sul Tavo e Montesilvano.

Il sistema era particolarmente semplice quanto redditizio per tutti i soggetti arrestati.

D.F. svolgeva il compito di intermediario, ovvero aveva l'incarico di procurare lo stupefacente per i giovani acquirenti pennesi, fra cui anche molti minorenni. Oltre a lui anche un altro pennese si occupava dell'approvigionamento dell'hashish, che avveniva grazie ad incontri periodici con spacciatori e rom della costa e dell'area metropolitana pescarese.

I due spacciatori pennesi, avevano messo su un giro molto redditizio, ma spesso accadeva che, a causa delle loro spese eccessive in vestiti firmati, accumulavano debiti con i loro fornitori, che applicavano dei "crick", ovvero delle penali per il ritardo dei pagamenti.

Queste penali, poi, ricadevano anche sui giovani acquirenti pennesi.

Il capitano Di Pietro ha sottolineato come ci sia stata anche la collaborazione delle famiglie dei giovani consumatori che, nonostante lo sconforto per la scoperta della dipedenza dei propri figli, hanno fatto il possibile affinchè i figli, grazie anche all'intervento dei militari, potessero uscire dal tunnel della droga.


 

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