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Penne, Fials: "L’Ospedale San Massimo vittima degli AFO"

Dopo la decisione del dott. Valerio Cortesi di attivare gli AFO, i rappresentanti della FIALS hanno immediatamente chiesto un tavolo di confronto con i vertici della Sanità regionale

L'Ospedale San Massimo di Penne è sempre più in bilico tra tagli e accorpamenti. Il Direttore Sanitario del Presidio Ospedaliero di Penne, il dott. Valerio Cortese, ha infatti predisposto l'attivazione degli AFO(riunificazione di servizi e reparti per risparmiare sul personale).

Le disposizioni causeranno lo spostamento di unità di personale e la conseguente riduzione di posti letto nel nosocomio pennese.
Il segretario Provinciale FIALS, Gabriele Pasqualone, ha immediatamente preso una posizione forte contro la scelta del Direttore Valerio Cortesi:

"Questa iniziativa è stata presa senza che vi sia stato alcun atto ufficiale, da parte della Regione Abruzzo e della stessa ASL, in merito ad eventuali riorganizzazioni della rete ospedaliera pennese.

Non è stato neanche preso in considerazione lo stato dei locali dove saranno accorpate queste attività. Molti dei locali, infatti, non sono assolutamente idonei.

Questa decisione provocherà, inoltre, enorme disagio e disservizi per l'utenza dell'intera area vestina - ma anche dai paesi limitrofi della provincia di Teramo - cui l'Ospedale San Massimo fa da punto di riferimento.

Questa decisione - ha continuato il rappresentante FIALS - è l'ennesima assunta senza minimamente convocare le Organizzazioni sindacali che, per legge, non solo devono essere convocate ed informate, ma sono tenute ad esprimere pareri e modifiche a qualunque attività che veda l'impiego del personale e l'organizzazione del lavoro. La nostra Organizzazione sindacale ne ha avuto notizia dai lavoratori stessi".

I rappresentanti della FIALS hanno fatto sapere, inoltre, che l'iniziativa è stata fatta passare dalla Direzione Sanitaria come necessaria per fronteggiare la carenza di personale dovuta alle ferie estive.

"Le Ferie del personale non sono un atto eccezionale ed improvviso ed in tutte le nazioni vengono programmate senza ricorrerre a cancellazioni di reparto e/o di attività. La realtà è che, invece, il personale è insufficiente e con carichi di lavoro sempre maggiori.

Non si ricorre più da anni alle sostituzioni del personale che va in pensione e se non si affronta da subito questa problematica non la si risolverà certo con gli accorpamenti o le "momentanee" chiusure di reparti".

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