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Cronaca Centro / Via Edmondo de Amicis

Anche l'omicidio di Italo Ceci rischia di rimanere impunito

Dopo la richiesta di archiviazione per l'omicidio Bucco, anche il delitto di Italo Ceci, freddato nel gennaio 2012 in pieno centro, potrebbe rimanere impunito. Non ci sono infatti prove sufficienti per incastrare i tre indagati

Anche l'omicidio di Italo Ceci, l'ex rapinatore della banda Battestini freddato con tre colpi di pistola nel tardo pomeriggio del 20 gennaio 2012 in via De Amicis, rischia di rimanere impunito.
Dopo la richiesta di archiviazione per il delitto di Nicola Bucco, ora la Procura potrebbe decidere di sospendere almeno per ora le indagini sul delitto che fece molto scalpore in città, soprattutto per le modalità dell'esecuzione.

Ceci infatti fu ucciso in pieno centro in un'orario in cui in via De Amicis e dintorni c'è parecchio movimento, considerando la presenza di numerose attività commerciali ed uffici.

L'auto utilizzata per il delitto, una Fiat Punto, fu ritrovata nelle ore successive dagli inquirenti, con targhe sostituite. Tutti gli indizi lasciavano intuire che il delitto era stato commissionato ed eseguito da persone esperte.

Omicidio a Pescara Italo Ceci

E proprio sul fosco passato di Ceci si sono concentrate inizialmente le indagini, con i sospetti concentrati su Massimo Ballone, capo della storica banda di rapinatori. La prova Stub sul bandito dimostrò la presenza di polvere da sparo, ma questa prova non era sufficiente per incastrarlo.

Poi gli inquirenti hanno puntato gli occhi su Michele Rossoni, imprenditore edile somigliante all'identikit dell'assassino fornito da un testimone e che secondo la tracciatura delle celle telefoniche nelle ore del delitto si trovava nei dintorni di via De Amicis. Rossoni aveva anche avuto contatto con l'altro indagato, Mario Di Emidio, ma la sera del delitto pare si trovasse a casa a festeggiare l'anniversario di nozze.

Il terzo sospettato è proprio Di Emidio, trovato in possesso delle targhe originali della Punto utilizzata dal killer. Di Emidio in base alle celle telefoniche si trovava nella zona di viale Bovio all'ora del delitto e a quanto pare aveva contatti con i proprietari del furgone al quale erano state rubate le targhe poi posizionate sulla fiat Punto. Ma altri elementi non sono emersi, e dunque anche la sua posizione è stata archiviata.

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