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Cronaca Montesilvano

Carlo Pavone: divergenze accusa-difesa sulla polvere da sparo

L'avvocato Colantonio ha riferito che secondo il loro perito le sostanze rinvenute sugli indumenti di Vincenzo Gagliardi "non sono di provenienza univoca da colpo di arma da fuoco"

I residui di polvere da sparo sugli indumenti di Vincenzo Gagliardi, il dipendente delle poste accusato dell'omicidio dell' ingegnere informatico Carlo Pavone, hanno caratterizzato oggi pomeriggio il confronto tra gli uomini del Ris che hanno svolto le indagini balistiche e scientifiche e il consulente di parte della difesa.

All'udienza davanti al gup del Tribunale di Pescara, Maria Carlo Sacco, era presente anche l'imputato, accusato di omicidio volontario premeditato. Presente inoltre Adele Pavone, sorella dell'ingegnere informatico, colpito sotto casa a Montesilvano con un colpo di fucile il 30 ottobre 2013 e morto il 16 novembre 2014 dopo un anno di coma.

"Si e' parlato poco - ha detto ai cronisti Massimo Galasso, difensore dei familiari della vittima - della questione relativa all'arma e all'ogiva, anche perche' l'arma e' quella evidenziata dai Ris. C'e' stata invece una lunga discussione sui residui di polvere da sparo. I Ris hanno spiegato le metodologie utilizzate e hanno ribadito che le particelle rivenute sugli indumenti sequestrati a Gagliardi, in particolare sul giubbotto e sui jeans, sono residui di polvere da sparo. Anche questa volta il quadro probatorio e' rimasto intatto, anzi ora e' anche piu' chiaro rispetto a prima perche' i Ris sono stati molto precisi".

Il difensore dell'imputato, l'avvocato Renzo Colantonio, ha invece riferito che secondo il loro perito le sostanze rinvenute sugli indumenti di Gagliardi "non sono di provenienza univoca da colpo di arma da fuoco, ma possono provenire anche da altre fattispecie".

Per quanto riguarda l'arma utilizzata, Colantonio ha detto che secondo il loro consulente "quasi sicuramente non si tratta di un fucile, di un Flobert. Non escludono che possa trattarsi addirittura di un revolver. Credo che anche i Ris abbiano notevoli perplessita', cioe' non e' possibile ricondurre la pallottola trovata in testa al povero Pavone alle armi sequestrate. I Ris si basano piu' che altro sulle caratteristiche delle polveri trovate e non tanto sulla certezza che ci sia un'arma del delitto, anzi, ormai questa certezza si allontana moltissimo".

La prossima udienza e' stata fissata al 15 luglio. In quell'occasione e' prevista la discussione.

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