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Cronaca

Omicidio Maxim: Massimo Maravalle era stressato per l'adozione

Secondo lo psichiatra della Procura l'uomo, che nel luglio 2014 ha ucciso il figlio adottivo soffocandolo nel sonno, viveva con ansia e frustrazione l'arrivo del bimbo nella famiglia dopo l'adozione

Maravalle viveva come fonte di stress l'arrivo del piccolo Maxim nella sua casa dopo l'adozione, soprattutto a causa della sua patologia psichiatrica che lo rendeva particolarmente vulnerabile davanti alle difficoltà. E' quanto dichiarato dal perito della Procura di Pescara il prof. Alberto Siracusano che ha condotto una perizia psichiatrica sull'uomo che nel luglio 2014 uccise il figlio adottivo sofficandolo nel sonno con un cuscino durante un raptus di follia.

Massimo Maravalle è stato giudicato incapace di intendere e volere al momento del delitto, ma ora è in corso il processo per l'iter dell'adozione che, secondo l'accusa, sarebbe viziato da documentazioni e dichiarazioni false. Indagata la moglie di Maravalle Patrizia Silvestri, il il medico del servizio di medicina legale e del lavoro della Asl di Pescara, Giuliana Iachini, e il medico di base Fabio Panzieri. L'accusa è di falso in concorso.

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Secondo la Procura la moglie avrebbe omesso di informare i medici che si sono occupati delle pratiche di adozione della patologia psichiatrica che aveva colpito il marito già dal 1996, mentre i due medici non avrebbero inserito e tenuto in giusta considerazione il disturbo di Maravalle tanto da non informare nessuno in Russia nella documentazione inviata assieme alle pratiche per la richiesta di adozione.

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