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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

'Ndrangheta, iniziato a Pescara il processo con 108 imputati

Costituzione delle parti, in tribunale, nella prima udienza del processo scaturito dall'operazione "Isola felice", condotta dai carabinieri e dalla Direzione distrettuale antimafia nel settembre 2016

Costituzione delle parti, in tribunale a Pescara, nella prima udienza del processo scaturito dall'operazione "Isola felice", condotta da carabinieri e Direzione distrettuale antimafia nel settembre 2016, che alzo' il velo sulla presunta penetrazione della criminalita' organizzata di matrice 'ndranghetista in Abruzzo e in particolare nel vastese. Sono 108 gli imputati coinvolti nel processo.

L'operazione nei dettagli

Nell'ambito dell'operazione, lo scorso anno, furono eseguite 25 misure cautelari, con la contestazione del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso nei confronti degli arrestati, e furono sequestrati oltre 300 chili di droga, insieme a fucili, mitragliatori, pistole e munizioni. Il tribunale collegiale presieduto dal giudice Rossana Villani ha aggiornato l'udienza al prossimo 12 febbraio, rinnovando le notifiche, non andate a buon fine, nei confronti di una quindicina di imputati. Al contempo il tribunale ha disposto l'ordine di traduzione dal carcere per alcuni imputati, che attualmente risultano detenuti per reati connessi ad altre vicende.

Coinvolte sei regioni

L'inchiesta, complessivamente, coinvolge sei regioni, anche se il fulcro dell'indagine, racchiusa in un dossier di circa 600 pagine, riguarda Abruzzo e Molise, che secondo l'accusa - rappresentata dal pm della Procura dell'Aquila Stefano Gallo - avrebbero avuto un ruolo fondamentale nei tentativi di espansione della 'ndrangheta nel resto d'Italia. Sotto la lente soprattutto i territori di Vasto e San Salvo, che sarebbero state le basi operative del clan Ferrazzo di Mesoraca.

Le indagini

Alla base delle indagini c'è il sequestro avvenuto nel 2010 a Pescara, e da qui la competenza territoriale del tribunale del capoluogo adriatico. Gli accertamenti hanno portato i carabinieri a scoprire un presunto traffico di cocaina tra Italia e Sud America e di individuare una raffineria che l'organizzazione criminale aveva realizzato in un'abitazione di San Salvo, dove fu scoperto anche un deposito di armi. Alcuni mesi dopo, a Termoli, venne alla luce un autentico arsenale e ulteriori sequestri furono effettuati in Piemonte e in Calabria.

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