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Il palazzo di via Lazio è inagibile e insalubre: il sindaco firma l'ordinanza per lo sgombero urgente

La conferma è arrivata a seguito del sopralluogo effettuato da De Martinis con vigili del fuoco e Asl: stasera l'incontro in prefettura per definire tempi e modalità, gli inquilini regolari sono stati temporaneamente trasferiti a Pescara

Il palazzo di via Lazio al civico 61 è inagibile: firmata dal sindaco Ottavio De Martinis l'ordinanza per lo sgombero urgente dello stabile la cui data dovrebbe essere definita nel tardo pomeriggio di oggi nel corso di un incontro che si terrà in prefettura e cui oltre De Martinis, anche in qualità di presidente della Provincia, sono stati invitati a partecipare il sindaco Carlo Masci, il questore di Pescara, il comandante provinciale dei carabinieri, quello della guardia di finanza e quello dei vigili del fuoco.

L'inagibilità, come si legge nell'ordinanza firmata dal sindaco, è stata confermata dal sopralluogo che De Martinis ha fatto insieme ad Asl e vigili del fuoco il 12 maggio. Resta quindi il passaggio al comitato sicurezza, poi si procederà allo sgombero per consentire di portare avanti gli interventi necessari che, come da ordinanza, dovranno essere eseguiti entro 240 giorni dalla data di notifica dell'ordinanza stessa. L'amministrazione fa sapere che le persone regolarmente assegnatarie dello stabile sono state spostate provvisoriamente a Pescara.

Nel palazzo di via Lazio, questo quanto emerso, le condizioni igienico-sanitarie non sono semplicemente pessime: sono inesistenti. A queste si aggiungono i problemi strutturali e non solo che rappresentano un pericolo costante per chi nel palazzo vive, ma anche per chi risiede nel quartiere. Come emerge dall'ordinanza infatti, sono gravi le carente impiantistiche e i dissesti statici. Cavi di alta tensione a vista, così come i normali cavi elettrici; le nicchie dei contatori non hanno i sigilli e quando li hanno sono rotti. Non va meglio con le tubazioni anche queste senza tappi, comprese quelle del gas. Sulle scale esterne sono stati trovati cumuli di materiale combustibile che, oltre ad impedire il passaggio, potrebbero causare incendi. Mancano gli interruttori e il parapetto in cemento armato del terrazzo è rotto e pericolante, così come grave dissesto è stato rilevato in altri punti del parapetto da cui cadono calcinacci fin nel cortile. Stessa situazione nel reparto caldaie del terrazzo dove i fili sono sempre scoperti e dove altro materiale combustibile è stato depositato. Trovate anche tubazioni del gas di cui non si è stati in grado di accertare la provenienza. Stessa cosa per il locale prospiciente il terrazzo dove di materiale combustibile ce n'è talmente tanto che non si può neanche passare. Ci sono poi problemi con l'impiantistica antincendio che non è a norma per un palazzo alto più di 12 metri. Dissestata anche la muratura del corpo piscina a rischio crollo. Assenti come detto, le condizioni igienico-sanitarie. Nel sopralluogo si è constatata l'alta presenza di acque nere nei tombini con tanto di formazione di alghe. Massiccia la presenza di parassiti e animali infestanti come piccioni e roditori, che rappresentano una minaccia sanitaria per tutta la zona. A tutto questo si aggiunge l'immane quantità di rifiuti che si trovano fuori e dentro lo stabile.

Per questo, si legge nell'ordinanza firmata da De Martinis, l'amministrazione ha deciso di dare seguito ad un provvedimento extra ordinem ritenuto necessario al fine di tutelare la salute pubblica e privata nonché l'incolumità dei cittadini. Lo stabile, come noto, si trova nel Comune di Montesilvano, ma la proprietà è del Comune di Pescara. Secondo quanto previsto dal documento saranno i proprietari a doversi far carico delle spese dei lavori per la messa in sicurezza. Lavori che consistono, nello specifico, nella sistemazione del locale contatori dell'atrio di ingresso con la messa in sicurezza dei collegamenti elettrici e dei contatori; il ripristino delle nicchie dei contatori e la sostituzione dei sigilli rotti; la messa in sicurezza e la sostituzione delle tubazione prive di tappi e delle tubature del gas corrose; la messa in sicurezza delle scale esterne con la rimozione del materiale combustibile presente; la messa in sicurezza del parapetto in cemento armato e dei ballatoi a rischio crollo oltre che in tutte le altre porzioni dello stabile dove si rileva un dissesto grave e a rischio distacco; la sistemazione e la messa in sicurezza del cornicione del terrazzo oltre che del locale caldaie che ospita; l'adeguamento alle normative antincendio e il cnsolidamento del grave dissesto della muratura della piscina. Come detto i lavori dovranno essere completati entro 240 giorni e i materiali rimossi smaltiti a norma di legge. Prevista anche la riparazione della rete fognaria che serve l'immobile e, in generale, il ripristino delle condizioni igienico-sanitarie del palazzo.

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