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Pd e M5s di Montesilvano puntano al rilancio delle attività locali: "Serve un piano comunale del commercio"

A chiederlo i consiglieri Romina Di Costanzo, Enzo Fidanza e Antonio Saccone del Pd e Gabriele Straccini, Giovanni Bucci del M5s

Montesilvano deve dotarsi di un piano del commercio che tuteli l'offerta delle piccole attività e possa rendere equilibrata la distribuzione degli esercizi e centri commerciali nelle varie zone della città. A chiederlo i consiglieri d'opposizione Romina Di Costanzo, Enzo Fidanza e Antonio Saccone del Pd e Gabriele Straccini, Giovanni Bucci del M5s che in tal senso hanno avviato un dibattito in sede di consiglio comunale con la maggioranza di centrodestra su un argomento particolarmente sensibile anche a fronte delle aperture degli ultimi mesi di punti vendita di grandi catene di distribuzione.

"Montesilvano sta cambiando pelle giorno dopo giorno tuttavia neppure ci accorgiamo delle trasformazioni in atto. Già un confronto aerofotometrico storico evidenzia l’intensificazione in atto dei grandi insediamenti commerciali, inaugurati a pochi metri di distanza uno accanto all’altro e per di più all’interno della città, anziché essere delocalizzati, come accade nelle città limitrofe. L’apertura di punti vendita importanti che hanno un impatto urbanistico significativo ha ricadute devastanti sui negozi di prossimità che vendono alimentari e beni di necessità reperibili anche nei supermercati: per questi esercizi diventa difficilissimo se non impossibile sostenere una concorrenza del genere. Non siamo certo contro la grande distribuzione, ma quando scende in campo così massicciamente in città, il primo effetto è l'uccisione del piccolo commercio che anima i nostri quartieri. Alle ragioni di salvaguardia economica e valore sociale, si legano anche fattori ambientali riconducibili a un aumento del traffico cittadino: chiunque può andare a comprare il pane o il latte a piedi o in bici, mentre per una spesa all’ipermercato, che offre ampia disponibilità di prodotti e aree parcheggio, generalmente si usa l’auto."

Secondo l'opposizione, la corsa alla concorrenza fra grandi marchi potrebbe portare ad una bolla che prima o poi scoppierà lasciando grandi spazi di cemento vuoti e non riconvertibili a causa delle chiusure e per questo occorrerebbe una regolamentazione come previsto dalla mozione presentata da Pd e M5s che chiede la nascita di un piano del commercio.

"Oggi la percezione comune all’interno del processo di modernizzazione del settore è che il commercio di vicinato sia stato il segmento più penalizzato, anche se le situazioni territoriali sono in realtà molto differenziate. È importante pertanto incentivare la salvaguardia del territorio mediante la tutela di "aree delicate o sensibili" per preservare l'ambiente urbano, prevedendo anche forme di agevolazioni in relazione al ruolo fondamentale che il piccolo commercio di vicinato costituisce quale servizio alla popolazione, soprattutto quella più disagiata. Attraverso questo strumento di pianificazione il Comune potrà programmare un sistema di offerta equilibrato, sia in considerazione delle dotazioni di servizi commerciali nelle varie parti del territorio, sia in funzione delle tipologie di strutture rispondenti alla articolata pluralità della domanda. Il principio di libera concorrenza non può soverchiare tutto, ma servono strumenti per permettere una crescita equilibrata e sostenibile della città."

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