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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Montesilvano, il comitato Saline dice no al pontile in cemento nella zona di fosso Mazzocco: un mini parco l'alternativa

Critiche al progetto presentato nei mesi scorsi nel corso di un incontro organizzato da Confcommercio Pescara

«Fermiamo quel mostro, no al megapontile in cemento a oltre 300 metri dalla spiaggia, per un recupero a parco, con fitodepurazione della foce del Mazzocco e la nascita di altri pocket-park sulla spiaggia a nord di Pescara».
È l'architetto Giuseppe Di Giampietro, portavoce del comitato Saline Marina Pp1 Pescara nord, a esprimere la contrarietà al progetto. 

Di Giampietro spiega le sue ragioni in 8 punti. «Nato dalle fantasie scenografiche di alcuni "pensatori in grande", con la scusa di coprire la vergogna della foce del fosso Mazzocco, che è oggi inscatolato nel cemento e trasformato nello scarico troppopieno del collettore fognario rivierasco, è stato presentato a febbraio il progetto Trabocchi a mare, con un evento promosso da un'associazione balneatori, e da alcuni politici e responsabili pubblici. Il megaprogetto prevede un pennello e pontile in cemento con neo-trabocchi terminali e attracco natanti ad oltre 300 m dalla spiaggia. Quasi una nuova Penisola artificiale, stile The Palm di Dubai», ricorda il portavoce del comitato che poi al punto 2 sottolinea: «Ma il Mazzocco è un marcatore idrografico storico. Raccoglie le acque collinari e ha segnato da sempre i confini storici tra Pescara e Montesilvano. Il segno di una memoria storica e geografica che non può essere cancellato, né nascosto sotto un pesante intervento edilizio a mare. Soprattutto oggi che stiamo per cancellare i confini amministrativi tra le due città, fuse nella Nuova Pescara».

«Un progetto del genere», prosegue Di Giampietro, «con pennello a scogliera e pontile a mare in cemento fino a oltre 300 metri dalla spiaggia, rischia di avere un enorme impatto sull'assetto della linea di costa e di erodere le preziose spiagge sabbiose della riviera Nord. Per le pesanti conseguenze potenziali sul territorio e l'economia, nessuna autorizzazione può essere data da alcuno senza una preventiva valutazione di impatto ambientale, pubblica, trasparente e partecipata. Anche perché ci sono delle alternative concrete al progetto». Poi viene proposta l'alternativa: «Si tratta di un  pocket-park (miniparco) con fitodepurazione da circa 1.400 metri quadrati. Si pensi che le concessioni balneari limitrofe hanno una superficie media da 3 mila a 6 mila metri quadrati di spiaggia. Si tratterà di filtrare le acque di tracimazione del fosso e del troppopieno del collettore rivierasco, e di sistemare l'intorno per eliminare il degrado attuale, i cattivi odori, e creare un piccolo parco pubblico che segni la foce del fosso Mazzocco. La fitodepurazione è una sistemazione di ingegneria naturalistica in cui si affiancano a opere idrauliche di filtraggio e decantazione delle acque reflue, l'azione biologica di abbattimento degli inquinanti da parte di  microorganismi favoriti da processi di ossigenazione ed evapotraspirazione delle piante ripariali. Il mini parco della foce del Mazzocco (elaborazione Webstrade.it) prevede, oltre alle opere idrauliche e a verde dello scarico a mare del Mazzocco, anche camminamenti in legno perimetrali e di attraversamento, impianto di illuminazione, videosorveglianza e irrigazione, alberate, siepi e arredi perimetrali, per un importo di circa 500 mila euro. Quella dei pocket park a mare, didattici, alberati  arredati e attrezzati come piccoli parchi pubblici sulla riviera, potrebbe riguardare a Montesilvano almeno tre altre aree di intervento: l'altro scolmatore del fosso grande di via Finlandia (fitodepurazione); l'area Jova Beach (progetto paesaggistico del fronte verde a protezione del lungomare e grandi eventi); l'ex area alaggio natanti, duna di via Sele, unico esempio rimasto sulla riviera Nord di formazione dunale con vegetazione di piante mediterranee pioniere (da restaurare, attrezzare e trasformare in miniparco didattico)».

Poi Di Giampietro conclude così: «Un concorso pubblico e un piano del verde a mare potrebbe trasformare queste aree problema nell'occasione per riqualificare la riviera e rilanciare l'industria turistica, con finanziamenti strategici di iniziativa pubblica. La valutazione di alternative, il confronto, la partecipazione pubblica e l'inserimento degli interventi in un piano del verde, pubblico trasparente e partecipato, sono il metodo giusto per riqualificare la riviera, rilanciare l'economia turistica e dare un segno di identità collettiva agli interventi».

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